Mentre il conflitto in Libia è ancora in pieno svolgimento, Nicolas Sarkozy già pensa al prossimo obbiettivo, l'Iran. Possibile che si tratti solo di uno stratagemma, per distrarre l'opinone pubblica francese e porre così in secondo piano le accuse di corruzione che lo riguardano. Tuttavia la determinazione mostrata dal presidente francese nella guerra libica, farebbe presupporre che alle parole potrebbero seguire i fatti. Ma con tre fronti di guerra ancora attivi (Libia, Afghanistan e Iraq), un intervento contro Teheran apre scenari da terza guerra mondiale.
Nicolas Sarkozy, sotto accusa per aver percepito mazzette nell'affaire Bettencourt, si dichiara pronto ad effettuare azioni di guerra preventiva contro l'Iran. Contemporaneamente lancia pesanti accuse contro il governo siriano. Il presidente francese parla di "minaccia crescente" riferendosi all'Iran, e si sofferma sull'eventualità di colpire i siti nucleari. Secondo l'inquilino dell'Eliseo il governo di Teheran si rifiuterebbe di collaborare, lanciando insopportabili provocazioni. Sarkozy ha inoltre sottolineato la necessità che l'Unione europea si presenti con una voce unica davanti alla Comunità internazionale, mostrando compattezza e determinazione sulla questione iraniana. Resta da capire se si tratta di minacce serie oppure è una tecnica efficace per offuscare gli scandali interni, che stanno travolgendo il presidente francese. La memoria recente del conflitto in Libia, lascerebbe intendere che alle minacce la Francia potrebbe presto far seguire le manovre belliche. Personalmente ritengo inopportuno aprire un altro fronte di guerra, dal momento che sono ancora attivi i conflitti in Iraq, Afghanistan e Libia. Diventa quindi imprescindibile l’esigenza di valutare tutte le possibilità di trattativa, prima di iniziare un nuovo conflitto dall'esito quanto mai incerto. L'apparato militare iraniano è di gran lunga superiore a quello libico, inoltre Ahmadinejad è un presidente eletto democraticamente, non un dittatore come Gheddafi giunto al potere attraverso un colpo di stato. Non sarà facile per Sarkozy convincere l'Europa e la Comunità internazionale ad imbarcarsi in nuova guerra, preventiva o meno, ma di certo dolorosa. Probabilmente stati come Russia e Cina non saranno ben disposti ad accettare un'eventuale intervento della Nato, per ovvi interessi geopolitici. Esistono altissimi rischi che un simile conflitto possa degenerare ed estendersi, trasformandosi nel tanto temuto scontro di civiltà.
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