Dopo diversi giorni di negoziazioni con Washington, Tel Aviv ha finalmente annunciato la creazione di una “Commissione indipendente pubblica” a partecipazione straniera, due settimane dopo l’assalto contro la flotta internazionale che ha ucciso nove persone.
Le Nazioni Unite e diversi paesi, tra cui la Francia e la Gran Bretagna avevano chiesto una commissione internazionale, una proposta sempre respinta da parte di Israele, che vuole svolgere l’indagine con i propri mezzi. Secondo un comunicato dell’ufficio del primo ministro, Netanyahu, il Comitato israeliano avrà l’obiettivo di “studiare gli aspetti delle azioni intraprese da Israele per impedire alle navi di raggiungere le coste di Gaza“.
LA FARSA - Ma il quotidiano Haaretz denuncia in un editoriale: ”Gli sforzi del governo per evitare un’indagine approfondita e credibile assomiglia sempre più a una farsa” e ha invitato il giudice Yaakov Tirkel, nominato a capo della Commissione, a dimettersi. Questo ex giudice della Corte Suprema finisce in una posizione pericolosa, ha scritto Haaretz, dopo aver auspicato un diverso tipo di commissione solo pochi giorni prima della sua nomina.
L’AMICO DI ISRAELE - La nomina di due osservatori internazionali – senza diritto di voto – risponde alle richieste della comunità internazionale e in particolare degli Stati Uniti, che avevano sostenuto una partecipazione internazionale nell’ inchiesta. Ma l’imparzialità di David Trimble, ex primo ministro dell’Irlanda del Nord e nominato ieri, è discutibile. Il Premio Nobel per la Pace 1998 farebbe parte degli “Amici di Israele” una iniziativa inaugurata il 31 maggio a Parigi, in particolare la notte dell’ assalto. Il gruppo si definisce come “una iniziativa di lotta contro la delegittimazione dello Stato di Israele“. Il gruppo conta fra i suoi membri Jose Maria Aznar, ex primo ministro spagnolo. La cerimonia è stata introdotta da Dore Gold, ex ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite e vicino a Netanyahu. L’altro osservatore internazionale, il generale Ken Watkin, ex consigliere per l’esercito canadese, è accolto più favorevolmente. Come spiega il quotidiano canadese The Chronicle Herald, Ken Watkin è conosciuto per il suo coinvolgimento con i militari canadesi in Afghanistan. In una nota inviata allo Stato Maggiore canadese, nel contesto del suo lavoro, ha ricordato che ignorare deliberatamente gli abusi sui prigionieri era un reato. Il ministro degli Esteri canadese si è detto sicuro che la carriera di Watkin lo raccomandava per questo ruolo.
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