ROMA – Si chiama “Sinistra Pd” e scende in campo con un obiettivo ben preciso. Non vuole essere una corrente tra le correnti del partito, ma “una zona di confine”, o per essere più precisi ancora “un gruppo di esploratori, che intende contribuire a spostare a sinistra i confini della mappa del Pd, costruendo ponti stabili e zone franche di confronto”. La necessità da cui prende le mosse è l’esigenza di aprire una “fase 2”: un cambiamento di strategia, insomma, che il Partito Democratico dovrebbe operare, “con l’ingresso di Vendola nel partito – dichiara Vincenzo Vita”, sposando la teoria portata avanti da diverso tempo da Nicola La Torre. Asse con Sinistra e Libertà, dunque, e quindi con Nichi Vendola in primis. Oggi a palazzo Marini si è tenuto un seminario, il primo, che segna appunto la ripresa dell’attività politica di un’area andata dissolvendosi dopo il congresso che ha eletto Pierluigi Bersani segretario. “Dopo il successo delle liste ‘A sinistra per Veltroni’ alle primarie, che elessero il primo segretario, non siamo riusciti a trovare una quadra nell’ultimo congresso. Ora -spiega Vita, tra gli organizzatori dell’iniziativa- si è pensato di riprendere il cammino perchènon vogliamo rassegnarci”. Tra i partecipanti al seminario di oggi anche Vannino Chiti, Giuseppe Giulietti, Paolo Nerozzi, Marco Miccoli, Lanfranco Turci. Vogliamo provare, spiega ancora Vita, “a ritessere le fila, allargandoci verso la sinistra fuori dal Pd, senza innaturali esclusioni, pur avendo una più netta sintonia con molta parte dell’approccio di Vendola. Ma diversi di noi -osserva- hanno seguito il recente congresso della Federazione della sinistra e sono molto attenti all’Italia dei Valori o partecipano alle mobilitazioni del popolo viola”. L’obiettivo, dunque, è quello di rappresentare un’autonomia all’interno del partito, “che comunque mantenga lealtà e trasparenza verso il segretario, aperti ai movimenti fuori dalla politica tradizionale”, facendo da ponte tra i democratici e tutto quello che c’è a sinistra .
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