Dopo le case affittate a politici e familiari, dossier sul patrimonio Ater ceduto sottocosto a chi non ne ha diritto.
di Elena Panarella
ROMA - Un appartamento di 96 metri quadrati in via Oslavia (a due passi da piazza Mazzini) venduto a 81 mila euro, uno in via della Farnesina (74 mq) venduto a 45 mila euro e spicci, 105 mq a piazza Melozzo da Forlì (Flaminio) venduto a 107 mila euro, (quando ne vale almeno un milione). Non basta: a piazza Perin del Vaga (Lungotevere Flaminio) un appartamento di 92 mq è stato venduto a 86 mila euro; in via Sabotino (piazza Mazzini) uno da 88 mq svenduto a 92 mila euro. E pensare che in queste zone con queste cifre non si compra nemmeno un garage, anzi nemmeno un box auto.
Sono solo alcuni esempi di case di pregio, in quartieri centrali e semicentrali di Roma, messe in vendita a prezzi molto lontani dalle quotazioni di mercato dal Comune e dall’Ater. Altro che affittopoli, l’inchiesta sui canoni molto ridotti pagati per abitare case di ben altro valore: in questo caso si parla di “svendopoli”. Sono tante le sorprese che emergono da un dossier che Donato Robilotta, coordinatore dei socialisti riformisti del Pdl, consegnerà all’assessore regionale alla casa Teodoro Buontempo. «Da cui si evidenzia la svendita del nostro patrimonio di pregio anche a chi non ne avrebbe diritto, anche perché bisogna guardare i redditi di chi ha acquistato queste case per rendersi davvero conto della situazione», spiega Robilotta. «Questa settimana incontrerò Buontempo per convincerlo a modificare la legge: in modo che chi ha un reddito maggiore a quello di accesso se vuole la casa di pregio se la deve comprare al reale prezzo di mercato».
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