martedì 18 ottobre 2011

Il mito di Gandhi e la dura realtà

Il mito di Gandhi e la dura realtà
Spesso, quando si parla del come protestare davanti a questo o quel problema, si tira fuori il nome di Gandhi e della sua non-violenza. Chi lo fa, di solito propone iniziative magari spettacolari, ma di basso impatto. Ma i metodi "gandhiani" quanto sono efficaci? Innanzitutto ripassiamo un attimo cosa ha fatto colui che viene considerato il padre della nazione indiana. Ha iniziato a guidare la protesta contro gli inglesi, al tempo in cui l'India era solo una colonia del Commonwealth britannico. Spingendo per iniziative mai violente, organizzò marce, cortei ed azioni di disubbidienza civile contro gli inglesi. Venne arrestato diverse volte, ma infine gli indiani ottennero l'indipendenza nel 1947. Ora il punto è: quale fu la sua importanza nell'ambito di quel movimento che portò all'indipendenza? Spiacerà sentirlo agli amanti di quella mentalità, ma fu praticamente nulla. Già dopo la Prima Guerra Mondiale l'Impero inglese vacillava; le risorse necessarie a tenere uniti territori così distanti da loro cominciavano a diventare eccessive; in particolare era essenziale mantenere una potentissima flotta che difendesse tutti i territori; ed un esercito ancora più potente. Con la Seconda Guerra Mondiale, il tracollo: ormai tutte le risorse della Banca d'Inghilterra erano finite a Fort Knox già nel 1941, utilizzate per comprare armi e munizioni dagli Usa; anche il fatto di impadronirsi delle riserve auree di Danimarca, Svezia, Olanda e Francia, per lo stesso uso, non aveva fatto risparmiare neanche un grammo di oro. In più i bombardamenti, le privazioni di guerra (nel giugno del 1941 la combinazione di bombardamenti aerei ed affondamenti di mercantili compiute dai sottomarini tedeschi, aveva ridotto alla fame i cittadini inglesi in molte parti del Paese) e i danni subiti rendevano impossibile mantenere l'ingente esercito che sarebbe stato necessario. Questo, ben più che i movimenti politici che chiedevano la decolonizzazione, fu la causa prima del ritiro dell'Inghilterra e di altri Paesi europei dalle colonie in Africa ed in Asia. Non solo, ma la filosofia gandhiana di non violenza, veganesimo, ascetismo e digiuno non è facilmente digeribile dalla massa. Infatti, molte volte i suoi fedelissimi finirono con l'agire in maniera violenta. Inneggiavano alla non-violenza ma poi praticavano la violenza. SI può fare l'esempio di Chauri Chaura, nel 1922, in cui ghandiani linciarono ed arsero vivi 22 poliziotti. Ovviamente il Mahatma era contrario a queste cose, ma avvennero. Per non parlare poi della scissione tra indù e musulmani, che portò alla creazione del Pakistan nel 1947. Oppure il rapporto tra le varie caste indiane e i "paria" o "intoccabili". Tutte questioni in cui Gandhi cercò di intervenire in maniera positiva, ottenendo solo risultati negativi.
Continua ...

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