venerdì 10 giugno 2011

Offensiva del premier per far saltare la Lei

Berlusconi contesta al direttore generale di non aver imposto al conduttore la clausola di non concorrenzala corte dei Conti: gravi danni all'aziendaIl rappresentante della magistratura contabile in cda: "Lunedì si decida o parte un'inchiesta"

La manager di Viale Mazzini costretta a vedere grandi investitori senza sapere i nuovi palinsesti

di GOFFREDO DE MARCHIS
ROMA - Santoro fuori dalle scatole non basta. Silvio Berlusconi sceglie la strada della spallata a Viale Mazzini. Vuole mandare a gambe all'aria l'azienda, cambiare tutto. Nel mirino adesso c'è Lorenza Lei, il direttore generale. Deve saltare, chi se ne importa se è lì da appena un mese. Sul conduttore di Annozero ha sbagliato, avrebbe dovuto strappare la clausola di non concorrenza. Santoro si prepara a far danni su La7 e forse anche altrove. Dunque, avanti a testa bassa. L'oltranzismo del Cavaliere non risparmia nessuno, nemmeno l'ascoltatissimo consigliere, l'amico Fedele Confalonieri, che gli ha fatto capire come la guerra alle star della tv pubblica può danneggiare soprattutto la pubblicità su Mediaset. Berlusconi non ci sente. Va al duello con Raitre. Con Ballarò, con l'informazione di sinistra.L'ordine di disertare il consiglio di amministrazione ai cinque membri del centrodestra viene dall'alto, dal premier. È un gesto di rottura devastante che non rimane senza conseguenze. Oltre alle proteste di Paolo Garimberti, Luca Calamaro, il giudice della Corte dei Conti che siede nel cda, fa verbalizzare quello che annuncia il collasso di Viale Mazzini, lo tsunami capace di spazzare via la televisione pubblica. "Siamo riuniti da tre giorni e non riusciamo ad approvare i palinsesti. Non mi interessano le questioni politiche, ma dev'essere chiaro che si sta determinando un gravissimo danno economico all'azienda", detta il magistrato contabile al segretario del consiglio. Nero su bianco. Il commento diventa un atto ufficiale. Se anche la riunione di lunedì dovesse saltare, la Corte aprirà inevitabilmente un'inchiesta. Perché senza palinsesti la Rai non può vendere gli spot, perde milioni di euro. Oggi la Lei incontra due grandi investitori e non sa quale Rai presentare: quali programmi, quali conduttori.Lo spolpamento di Raidue e l'offensiva contro Raitre stanno diventando molto più di un caso politico. Stanno diventando una questione di vita o di morte per l'azienda. Con i conti in rosso e la pubblicità che la abbandona insieme con i programmi più seguiti, "la Rai rischia di non pagare gli stipendi ai suoi 13 mila dipendenti", è l'allarme rosso del consigliere Nino Rizzo Nervo.
Continua ...

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