Ricettazione, concorso in rivelazione del segreto d’ufficio e millantato credito per l’editore del Giornale che pubblicò la telefonata di Piero Fassino.
E’ arrivata la conferma delle richieste del pubblico ministero di Milano che, nel chiedere l’archiviazione di Silvio Berlusconi per la vicenda Unipol aveva invece chiesto che si procedesse contro Paolo Berlusconi per “concorso in rivelazione di segreto d’ufficio” e ricettazione. Oggi il giudice per le udienze preliminari ha accordato il processo ai danni del fratello di Silvio Berlusconi nell’ambito dell’indagine per Unipol-Bnl, la tentata scalata effettuata da Giovanni Consorte ai danni del colosso bancario e improvvidamente comunicata a Piero Fassino da parte dello stesso consorte.
A PROCESSO – La telefonata, intercettata da Roberto Raffaelli – anche lui a processo – manager di RCS Comunicazioni, una società appaltatrice delle intercettazioni per la procura di Milano e consegnata poi al Cavaliere e al suo Giornale (con la maiuscola), mise in grossi guai l’allora segretario dei DS Piero Fassino. Ora, l’editore del Giornale dovrà affrontare le conseguenze penali di quella pubblicazione.
Il gup di Milano Stefania Donadeo ha deciso di rinviare a giudizio Paolo Berlusconi con l’accusa di ricettazione, concorso in rivelazione del segreto d’ufficio e millantato credito nell’ambito dell’inchiesta sulla pubblicazione da parte del quotidiano ‘il Giornale’ di una intercettazione telefonica tra l’allora segretario dei Ds Piero Fassino e Giovanni Consorte sulla tentata scalata di Unipol a Bnl. Il processo a carico di Paolo Berlusconi si aprira’ il 4 ottobre prossimo davanti ai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano.
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