sabato 4 giugno 2011

Scajola, Udc e Fli dicono no alla casa comune con il Pdl

Le reazioni dopo l'intervista di Repubblica in cui l'ex ministro propone di ricomporre il centrodestra inglobando anche le altre forze. Bocchino: "Ora tutti danno ragione a Fini senza ammetterlo". Ma i finiani si spaccano

ROMA - L'idea di Scajola non piace a Fli e Udc. Che dicono no alla proposta lanciata oggi, nell'intervista a Repubblica 1, per ricomporre il centrodestra in una casa comune che inglobi, oltre al Pdl, anche Unione di centro e Futuristi. L'ipotesi prospettata da Scajola ha fatto molto discutere dentro e fuori il Pdl, ma la palma d'oro per la battuta più caustica se la aggiudica Enzo Carra (Udc), che spiega nel suo blog: "Scajola invita il Pdl a lavorare per 'una casa che riunisca tutti quelli che in questi anni si sono allontanati e che punti all'unità con chi oggi siede sui nostri stessi banchi al Parlamento europeo'. Un buon proposito, onorevole Scajola. A patto di sapere però chi pagherà la casa. Perchè noi dell'Udc in case pagate da ignoti non vogliamo abitarci". Un "no" altrettanto tondo dal finiano Fabio Granata, mentre la "colomba" di Fli, Adolfo Urso, mostra di apprezzare il progetto. E dunque ancora una volta 'falchi' e 'colombe finiane si spaccano.
Il disegno di un superamento del Pdl verso la creazione di un nuovo partito dei moderati significa, per Italo Bocchino, "Di dare ragione a Fini senza ammetterlo".
Continua ...

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