Dagli uffici romani della società elettrica scompare un pc contenente informazioni sui possibili siti italiani
Il furto di un pc all’Enel e soprattutto il suo contenuto, gli studi sui siti per la costruzione di centrali nucleari in Italia, rischiano di alzare i toni della campagna sul referendum dell’11 e 12 giugno. La società elettrica ha denunciato oggi alle forze di Polizia il fatto, avvenuto negli uffici romani dell’area nucleare a Tor di Quinto, evidenziando che il materiale sottratto riguarda analisi preliminari, prive di risvolti operativi, sulle caratteristiche di siti per impianti nucleari in Italia e all’estero. Ma in una nota ha anche aggiunto come sia “davvero singolare che un furto così mirato avvenga proprio a pochi giorni dalla tornata referendaria”.
FURTO SOSPETTO - Parole che lasciano intendere la preoccupazione della società rispetto a un possibile utilizzo strumentale, “politico”, del materiale sottratto. Il materiale sarebbe datato, non svelerebbe alcun segreto industriale, e sarebbe di fatto superato dalle decisioni del Governoseguite all’incidente di Fukushima. Ma potrebbe comunque essere utilizzato per creare allarmismo rispetto alla localizzazione delle aree adatte alla costruzione di siti nucleari, diventando uno strumento per la campagna referendaria. Enel, con la denuncia alle forze di polizia e con le parole scelte per la comunicazione del furto, vuole sottrarsi ad ogni strumentalizzazione e avvertire preventivamente l’opinione pubblica rispetto all’ipotesi, per ora solo potenziale, che possano essere utilizzati a scopi propagandistici quei “documenti aziendali relativi a studi e analisi preliminari, privi di risvolti operativi” contenuti nel Pc rubato. (Adnkronos)
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