Roma, 15 feb. (Adnkronos/Ign) - Il governo ha posto la questione di fiducia in Aula al Senato, sul decreto legge milleproroghe. Il ministro per i Rapporti con il parlamento, Elio Vito, ha preso la parola alla riapertura dei lavori chiedendo la fiducia sul maxiemendamento presentato dall'esecutivo.
''Verificheremo'' che il governo rispetti, nel testo del maxiemendamento, il testo approvato dalla commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato, ha detto Renato Schifani, dopo la fiducia. ''E' evidente che se nel maxiemendamento, nelle parti nuove, ci dovessero essere argomenti totalmente estranei alla materia eserciteremo la nostra vigilanza'', ha assicurato il presidente del Senato.
Il provvedimento, ha quindi sottolineato, ''è impegnativo e di varia portata, diversamente dai decreti milleproroghe del passato''. Ma il presidente del Senato ha garantito di aver ''già esercitato in questi giorni'' la sua attività di controllo''. Come nel caso del tema ''particolarmente delicato che è stato introdotto, relativo alla norma attinente al sistema bancario''.
La seconda carica dello Stato ha poi spiegato di aver ''stimolato'' un passaggio in commissioni Bilancio, per dare un parere consultivo, ''per fare in modo che nuovi argomenti di significativa portata potessero vedere coinvolte le commissioni competenti, così è stato''. Schifani ha infine auspicato di poter vedere al più presto la relazione tecnica che accompagna il nuovo provvedimento.
Duro il giudizio del Pd. ''Non è un milleproroghe ma un mille provvedimenti, messi insieme'' in cui ci sono ''molte parti introdotte ex novo'' rispetto al testo varato dal governo, rimarca la presidente dei senatori democratici, Anna Finocchiaro. ''E' il sintomo - aggiunge - dello smarrimento e della frenesia di questo governo, forse anche sintomo che sta finendo e che sentono la fine vicina''.
L'Aula di palazzo Madama voterà questa sera la fiducia al milleproroghe. La ripresa dei lavori è slittata di un'ora. Il dibattito inizierà alle 17, seguiranno le dichiarazioni di voto (intorno alle 20). La chiama dei senatori per il voto dovrebbe quindi iniziare intorno alle 21.
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