Il premier punta tutto sui numeri e sulla "governabilità" ma non esclude più l'opzione elettorale. Pressing su Tremonti: "Deve aiutare a dare una scossa al governo"di FRANCESCO BEI
ROMA - Ha parlato con Van Rompuy dell'ondata di clandestini, ha cercato (vanamente) per ore Barroso, ha discusso con Maroni: per un giorno il Cavaliere è tornato a fare quello che ritiene di saper fare bene, gestire le emergenze. Ma la spiacevole sensazione che tutto stia precipitando ormai non lo abbandona più. Ed è la Lega, in queste ore, a essere finita sotto la lente di osservazione per quelli che, visti da Arcore, sembrano "strani movimenti" che preannunciano una corsa verso le elezioni anticipate.
L'unica ancora di salvezza dunque è dare l'impressione di un governo in movimento, che ha ancora qualcosa da fare. "Ora la scommessa - ha spiegato il premier - è sulla governabilità. Su questo Napolitano mi ha sfidato e su questo risponderemo, ribaltando la falsa immagine di un governo paralizzato". E tuttavia Berlusconi sa bene che c'è un ostacolo non aggirabile sulla strada del rilancio del governo e di quella che ha definito, nell'ultimo Consiglio dei ministri, "una nuova fase". L'ostacolo si chiama Giulio Tremonti. Il Cavaliere lo va dicendo in giro e una traccia di questa irritazione la si trova bagnata dall'inchiostro dei quotidiani d'area - il Foglio, il Giornale - che negli ultimi giorni hanno inserito il ministro dell'Economia nella casella del "sabotatore". Berlusconi non si permette atti d'accusa in pubblico.
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