domenica 18 ottobre 2009

Terremoto, venti indagati per i crolli della Casa dello studente e del Convitto

L'AQUILA (17 ottobre) - Venti indagati per il i crolli del Convitto e della Casa dello studente dell'Aquila dove morirono undici giovani a seguito del terremoto del 6 aprile. Secondo fonti interne alla procura è questo il risultato dell'inchiesta condotta esaminando le perizie presentate dai consulenti di parte. La prossima settimana dovrebbero essere ufficializzati i primi indagati, ai quali sarà notificato un avviso di garanzia e contestualmente l'invito a comparire per il primo interrogatorio. Cinque perizie. Secondo il procuratore capo, Alfredo Rossini, che ha annunciato la svolta prima per la fine di settembre, poi per la prima decade di ottobre, sono cinque le perizie presentate finora: oltre a quelle sulla Casa dello studente e il Convitto, ci sono quelle relative all'ospedale e all'università. La quinta non è stata resa nota.Allarme freddo. Sono circa 5.800 le persone rimaste in 59 campi di accoglienza che affronteranno quella che secondo la Protezione civile si annuncia come una delle notti più dure: oltre al freddo pungente c'è il rischio di nevicate nella zona del terremoto. Le tende chiuse finora sono 112, dieci sono in corso di chiusura: ma il piano di dismissione della protezione civile si scontra ancora con il no da parte di molti alla sistemazione provvisoria in alberghi nella provincia dell'Aquila. Il diniego arriva soprattutto nelle tendopoli dell'Aquila dove vivono ancora 4mila sfollati. Tuttavia la protezione civile, per bocca del dirigente Fabrizio Curcio, da settimane in prima linea nell'azione di chiusura, sottolinea «che il diniego non è prevalente rispetto a quanti hanno optato per la autonoma sistemazione o di chi sta pensando alla proposta della protezione civile. Stiamo facendo questa opera di convincimento in tutte le tendopoli. Ma è una operazione che va fatta digerire pian piano, anche se il freddo ha accelerato l'accettazione delle proposte di albergo. Capiamo quali sono i disagi e le causa alla base del no». Curcio rinnova l'appello «al buon senso affinchè, soprattutto le fasce più deboli, decidano di fare un sacrificio andando per qualche settimana negli alberghi in prossimità della città, prima di abitare una casa antisismica».
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=77014&sez=HOME_INITALIA

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