giovedì 26 gennaio 2012

Iran. Cina e India fanno affari d’oro con Teheran


Iran. Cina e India fanno affari d’oro con Teheran
(RINASCITA) Mentre i Paesi europei, in particolare Italia, Spagna e Grecia, si affannano per ridurre l’impatto negativo dell’embargo sul petrolio iraniano ordinato da Washington, Cina e India, le cui economie in crescita sono sempre più assetate di greggio, fanno affari d’oro con la Repubblica Islamica.Stando ai dati rilasciati sabato dalla General Administration of Customs cinese, nel 2011 l’interscambio petrolifero tra Cina ed Iran si è intensificato del 30%, arrivando a 557mila barili al giorno. Ma l’intesa Teheran-Pechino non è solida solo per il petrolio. Ieri l’ambasciatore iraniano in Cina Mehdi Safari ha fatto sapere che nell’ultimo anno gli scambi commerciali tra i due Paesi sono aumentati del 55%, superando i 45 miliardi di dollari. La Cina ora è il primo partner commerciale iraniano, mentre Teheran rappresenta per Pechino il terzo fornitore di greggio. Questi dati rappresentano una risposta più che eloquente al Segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner che nei giorni scorsi si era recato a Pechino nel tentativo di convincere i cinesi a isolare la Repubblica Islamica.
Della stessa opinione dei cinesi sembrano essere gli indiani, che si stanno impegnando per continuare il commercio con l’Iran nonostante le sanzioni statunitensi. Proprio in questi giorni Teheran e Nuova Delhi hanno concordato di commercializzare in rupie parte del loro annuale interscambio petrolifero – che ammonta a circa 12 miliardi di dollari – in modo da bypassare le nuove restrizioni Usa contro i settori petrolifero e finanziario iraniani. Le nuove sanzioni, infatti, hanno compromesso il sistema di pagamento adottato dai due Paesi nel luglio del 2011 che prevede l’utilizzo dei servizi offerti dalla banca turca Hulkbank. È stato quindi predisposto un sistema alternativo, con l’apertura da parte della Banca Centrale dell’Iran di un conto in rupie presso una banca indiana.
Nel frattempo, le altre nazioni che non condividono la guerra di Washington contro la Repubblica Islamica si stanno impegnando per una soluzione veramente diplomatica della crisi. Ieri Russia e Turchia hanno ribadito la volontà a riprendere al più presto i negoziati tra l’Iran e il gruppo dei 5+1 (i membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu più la Germania). “Sia Mosca che Ankara sono a favore di una rapida ripresa dei colloqui sul programma nucleare iraniano”, ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov dopo aver incontrato il suo omologo turco Ahmet Davutoglu.
Già in passato da Mosca erano arrivate aspre critiche alla politica sanzionatoria degli Stati Uniti. “Le sanzioni unilaterali non aiutano il dialogo”, dichiarò lo stesso Lavrov in occasione dell’approvazione delle nuove misure restrittive da parte dell’Ue. “Quello che sta succedendo – insisteva una nota del ministero degli Esteri russo – è un tentativo di punire l’Iran con pressioni e diktat. E questa è una linea profondamente sbagliata, come abbiamo detto più di una volta ai nostri partner europei”.

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