“Essere poveri significa negazione del diritto al lavoro, alla famiglia, all’abitazione, ma anche alla giustizia, all’educazione, alla salute”. In poche righe è racchiuso tutto il pensiero presente in “Poveri di diritto”, l’undicesimo rapporto sulla povertà in Italia curato dalla Caritas e dalla Fondazione Zancan. La fotografia scattata rileva un quadro pressoché in bianco e nero, spoglio e decisamente triste. Dagli aspetti analizzati, secondo dati statistici, l’Italia è sempre più un Paese “ricco di poveri”.
Dagli ultimi dati è allarme disoccupazione in Italia, dove l’Eurostat ha rilevato l’incremento più forte rispetto al resto dei Paesi dell’eurozona. Secondo i dati Istat il tasso di disoccupazione, a livello prettamente giovanile, in Italia è salito al 29,3%, rispetto al 28% di agosto. Si tratta del livello più alto dal 2004.
Ed è proprio questo stato ad incrementare il numero di italiani che ricorrono sempre più a forme di sussidi economici, principalmente dalla Caritas. Secondo la Zancan difatti, il numero delle richieste rivolte ai centri di ascolto della Caritas diocesane è aumentato dell’80,8%, così come negli ultimi tre anni, secondo quanto rilevato dal campione di 195 centri di ascolto in 15 regioni, è cresciuto il numero di coloro che si rivolgono ai centri di ascolto con il 19,8% . E anche in questo caso non manca la netta spaccatura tra Nord e Sud. L’aumento più elevato si registra infatti nel Sud Italia (+69,3%), mentre a Nordest il trend è più contenuto (+3,8%).
In Sicilia, l’incidenza della povertà relativa è superiore alla media nazionale: nel 2010 il 27% delle famiglie siciliane si collocava sotto la linea di povertà relativa. Rispetto al 2009 la povertà è aumentata di 2.8 punti percentuali (coinvolgeva il 24,2% delle famiglie residenti) e tutti gli indicatori di povertà e di disagio economico proposti e analizzati dal’Istat, evidenziano una situazione del tutto negativa. Tra le difficoltà principali registrate la percentuale di famiglie che non riesce ad affrontare le spese impreviste (48,6%) e la difficoltà ad arrivare a fine mese (27,8%).
Fonte:www.quotidiano di sicilia.it
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