Che se ne vada in nome di Dio, come vorrebbero gli inglesi, o perché travolto dalla valanga che i mercati minacciano di scaricare sull’Italia già domani, sembra che ben difficilmente Silvio Berlusconi resterà Presidente del Consiglio fino alla fine della settimana.
A decidere le sue sorti saranno la ventina (per ora) di parlamentari del PdL che sembra abbiano finalmente deciso di staccare la spina al peggior governo della storia unitaria; peggiore, nome per nome, basti pensare a Gelmini e Bottai, anche dei governi dell’Italia fascista.
Dobbiamo essere grati, per questo, agli onorevoli Straquadanio e Paniz (nella foto) ed ai loro colleghi, ma non basta certo questo gesto arrivato così tardi a riabilitarli in alcun modo.
Per loro, come per chiunque abbia continuato ad appoggiare Silvio Berlusconi fino ad ora, non può esserci alcun futuro nella politica di un’Italia che voglia tornare ad essere (o semplicemente, finalmente, essere) un paese serio. Non può, in particolare, esservi alcun ruolo nella costruzione di un partito liberale, volto a rappresentare l’ala destra di quello che mi ostino a considerare il cuntinuum liberal-socialista proprio di una moderna democrazia europea, di cui peraltro, al momento, non mi pare di veder traccia.
Quel che invece è certo, è che termini come dignità, responsabilità, decoro o anche solo decenzadebbono essere rigorosamente esclusi dal lessico, quando si parla delle scelte compiute dagli esponenti del tardo berlusconismo; hanno ampiamente dimostrato, proprio in questi ultimi due anni, mentre Silvio Berlusconi entrava nella fase terminale della propria parabola umana, prima ancora che politica, di non conoscerne il significato. Con voti come quello sul caso Ruby (indimenticabile proprio l’ottimo Paniz, mentre spiegava al mondo che Berlusconi credeva davvero si trattasse delle nipote di Mubarak) hanno offeso l’intelligenza degli italiani; difendendo certi comportamenti (affascinanti le teorie dell’onorevole Straquadanio sulla liceità dell’uso del sesso come strumento di baratto, per dir così, politico) hanno insultato quel poco che ogni padre cerca ancora d’insegnare ai propri figli. Soggiacendo fino ad ora al minimo volere di chi li ha portati in parlamento, votando a favore d’ognuna delle leggi che questi ha voluto per fare gli interessi propri, hanno soprattutto dimostrato d’esser solo dei servi; servi privi d’ogni moralità ed ideale che non fosse quello minimo rappresentato dal proprio quieto e comodissimo vivere.
Continua ...
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