martedì 2 agosto 2011

Quella telefonata di Parolisi a Melania già morta


“Il caporalmaggiore dice il falso”: così il Gip motiva la richiesta di custodia cautelare per il marito della vittima
Depositato dal Giudice per le Indagini Preliminari di Teramo, Giovanni Cirillo, la motivazione per l’arresto di Salvatore Parolisi, caporalmaggiore dei Carabinieri e marito di Melania Rea, ormai principale indiziato dell’omicidio di Colle San Marco. Le due colonne su cui si regge l’ordinanza, si legge in un lancio di agenzie di qualche minuto fa, sono l’alibi di Parolisi, che per il Gip è da considerarsi inattendibile, e l’intervento sul cadavere di Melania successivo alla morte, che per il giudice sarebbe una vera e propria “deturpazione”.
L’ALIBI CHE NON C’E – Si capisce che se il giudice sottoscrive l’ordinanza di arresto con motivazioni tanto forti, la situazione del caporalmaggiore ne esce tutt’altro che rafforzata. E le parole del giudice Cirillo sono in effetti nette.
Il falso alibi e la deturpazione del cadavere sarebbero i punti cardine dell’ordinanza del Gip di Teramo, Giovanni Cirillo, che ha disposto l’arresto di Salvatore Perolisi. Il caporalmaggiore – secondo indiscrezioni sull’ordinanza – avrebbe ‘sbagliato’ dal primo momento volendo far credere di cercare la moglie scomparsa. Ha messo su un alibi non credibile: a Colle San Marco non c’era mai stato con Melania e l’ha cercata troppo tardi, se e’ vero che il suo telefonino era spento mentre la moglie ‘scompariva’.
Continua ...

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