Il colpo di scena è stato alquanto teatrale: durante una trasmissione di intervista al Primo Ministro Australiano Julia Gillard con domande in arrivo dal pubblico (in sala e via mail/webcam), ad un certo punto è apparsa la faccia di Julian Assange. Il fondatore di Wikileaks – attraverso un messaggio video registrato e messo in onda dalla trasmissione – ha chiesto alla Gillard per quale motivo il governo di Canberra abbia dato informazioni a “potenze straniere” relative a cittadini australiani coinvolti in Wikileaks (a quanto ne sappiamo l’unico australiano direttamente coinvolto in Wikileaks ad oggi è lo stesso Assange). “Tutto questo ci risulta da informazioni di intelligence in nostro possesso” ha detto Assange alla Gillard con un tono che sottintendeva che tale informazioni avrebbero potuto esser rese pubbliche se del caso, concludendo con la retorica domanda: “Non dovrebbe forse essere lei a essere accusata di tradimento?”
L’applauso in studio all’intervento non è stato entusiastico (l’antisistema Assange che parla come uno del sistema non è piaciuto granché) e la Gillard se l’è potuta cavare dicendo che non sapeva a cosa si riferisse nella fattispecie (ovvero su Wikileaks) ma che su base generale da sempre il passaggio di informazioni fra governi avviene se ci sono fondati sospetti di attività criminali.
Il tono volutamente fra l’ambiguo e il minaccioso di Assange (che è chiaramente sembrato voler provocare una risposta dalla Gillard che in futuro le potrebbe essere rinfacciata) e la sensazione comunque di sensibile disagio che il linguaggio corporeo della Gillard stessa ha lasciato trasparire lasciano presumere che la questione delle “informazioni a potenze straniere su cittadini australiani” potrebbe non esser finita ieri sera.
Nessun commento:
Posta un commento