TRIPOLI - “Non farò la fine di Saddam. Se l’Occidente si comporterà come in Iraq, la Libia uscirà dall’Alleanza internazionale contro il terrorismo, per unirsi ad Al-Qaeda e dichiarare guerra santa”: parola di Muammar Gheddafi, che dalla cittadella Bab al Azizya, al centro di Tripoli, da dove guida come un deus ex machina l’offensiva contro i ribelli, rilascia un’intervista esclusiva a “Il Giornale”. Parole dure quelle del rais e al contempo convinte: il leader libico non intende mollare la presa, auspica che il popolo libico possa riconsiderare i legami economici, finanziari e anche quelli nel campo della sicurezza con l’Occidente e si dice “scioccato e tradito” da Silvio Berlusconi. E mentre il rais, dall’alto della sua fortezza, si lascia ad esternazioni piuttosto massicce, il tempo sembra giocare a sfavore dei ribelli libici. Sia sul campo, dove si continua a combattere, sia sul piano diplomatico. La riunione del G8 a Parigi ha di fatto escluso la possibilità di un intervento militare a difesa degli insorti, mentre sul campo le truppe di Gheddafi si spingono sempre più verso Bengasi. A Parigi, in ultima analisi, il G8 ha deciso di non decidere. Il summit ha rinviato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu ogni scelta sulle misure da prendere in Libia, compresi un eventuale no-fly zone o l’intervento militare. Il titolare della Farnesina, Franco Frattini, ha così spiegato: “Il G8 concorda sulla necessità che in tempi rapidissimi, spero già questa settimana, il Consiglio di sicurezza riapra la discussione sulla Libia per esaminare misure ulteriori” alla luce soprattutto del “rifiuto di Muammar Gheddafi di cessare il fuoco e le violenze”. Tempi rapidissimi che però potrebbero essere comunque troppo lenti e troppo lunghi per gli insorti, messi con le spalle al muro da Gheddafi. Sul campo, infatti, la situazione è drammatica. Le brigate fedeli a Muammar Gheddafi sono entrate stamani nel centro della città di Zuara, in Tripolitania, a pochi chilometri dal confine con la Tunisia. Secondo notizie provenienti dalla Libia, i soldati del regime controllano il centro della città. Sono ormai terminati gli scontri a fuoco iniziati ieri e proseguiti fino a questa mattina. All’alba di oggi le brigate di Gheddafi, che ieri erano già giunte nei quartieri periferici della città, hanno dato il via all’offensiva finale con violenti cannoneggiamenti e raid aerei contro le postazioni dei ribelli.
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