Con i test di quarta generazione, tre mesi sono sufficienti per affermare che l'infezione non è avvenuta.
Questa estate sono stato imprudente e adesso sono spaventatissimo all’idea di aver contratto l’Hiv. Naturalmente intendo sottopormi al test e, ovviamente, vorrei mettermi il più presto possibile il cuore in pace. Ma qui sorgono altri dubbi: dopo quanto tempo "dall’episodio" posso fare il test ed essere certo che il risultato sia davvero "definitivo"? C’è chi mi dice che dovrò aspettare addirittura un anno prima di essere sicuro di non essere stato infettato. C’è chi parla, invece, di sei mesi, chi di tre mesi, chi di due soltanto. Qual è la verità, a chi devo credere?
Risponde
Massimo Galli
Responsabile III Divisione Malattie Infettive Ospedale Sacco, Milano
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Test per l'Hiv: tre mesi sono sufficienti |
Utilizzando i test sierologici di quarta generazione, un risultato negativo a 3 mesi da un'esposizione probabile o presunta al virus Hiv, consente di affermare con ampio margine di sicurezza che l'infezione non è avvenuta. I test di quarta generazione consentono l'identificazione sia degli anticorpi sia dell'antigene p24, un "sottoprodotto" della replicazione del virus che, in caso di infezione, compare nel sangue tra la seconda e la quarta settimana dall’esposizione (e poi sparisce, per ricomparire dopo mesi o anni). Gli anticorpi invece compaiono dalla quarta settimana e rimangono presenti indefinitamente. Questi intervalli di tempo non sono però immutabili: ci sono variazioni, di regola non molto ampie, che dipendono da fattori individuali, dalla quantità di virus a cui si è stati esposti e dalle modalità di esposizione. È per questo che ci si concede un margine di sicurezza, considerando chiusa la "pratica" se il risultato del test è negativo a tre mesi.Continua ...
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