lunedì 8 agosto 2011

San Raffaele, il tesoretto di Don Verzé e Cal



Pierangelo Daccò, vicino a Cl e amico di Formigoni, al centro delle indagini degli inquirenti
Sarà anche stata la troppa generosità a mettere nei guai il San Raffaele, come sostiene Don Verzé. Ma le indagini dei magistrati non sembrano volersi fermare, e hanno trovato un tesoretto di 12 milioni di euro. Custodito da un uomo che risulta vicinissimo al fondatore dell’ospedale e al governatore della Lombardia Roberto Formigoni:
Il punto di partenza è un personaggio centrale della sanità lombarda. Grande potere sotterraneo ma ufficialmente senza ruoli. Si muove dietro le quinte. Organizza nei migliori ristoranti italiani (Cracco, Sadler e Antica Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano) due ambitissime cene all’anno alle quali partecipa il gotha della sanità lombarda con capotavola, si racconta, il governatore Roberto Formigoni. È italiano ma residente a Londra, i suoi affari transitano da Lugano, i soldi sono nascosti in un labirinto di finanziarie estere. Un po’ imprenditore, un po’ finanziere, molto faccendiere, uomo di relazioni, procacciatore d’affari. Vicinissimo a Comunione e Liberazione, ma non organico. Con lui hanno condiviso (o condividono) affari e società nomi di punta di Cl e della Compagnia delle Opere, assessori ed ex assessori della Regione Lombardia. Cioè quelli che hanno potere e budget miliardari. Si narra delle vacanze in barca con Roberto Formigoni di cui sarebbe ottimo amico. Sua figlia, Erika, sposata con l’assessore regionale alla Cultura Massimo Buscemi, gestisce molte società del padre. L’ex vicepresidente del San Raffaele, Mario Cal era un suo interlocutore fisso. Renato Botti, responsabile dell’area sanitaria dell’ospedale di don Luigi Verzé, amministrava una sua azienda.
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