lunedì 8 agosto 2011

Torna deputato, ma non potrà mettere piede in Sicilia. L'Ars reintegra il Pd Vitrano arrestato con la mazzetta


Era stato arrestato in marzo con diecimila euro appena intascati da un imprenditore e poi era stato posto ai domiciliari. Dopo la scarcerazione potrà tornare a Sala d'Ercole

PALERMO - Il deputato del Pd, Gaspare Vitrano, arrestato a marzo con l'accusa di avere intascato una tangente da un imprenditore e poi sospeso per decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri dalla carica di parlamentare regionale, è stato reintegrato all'Assemblea regionale siciliana. Ne ha dato notizia in apertura della seduta parlamentare il presidente dell'Ars, Francesco Cascio.
Dopo due mesi di detenzione, il Tribunale del Riesame a giugno ha disposto la revoca dei domiciliari imponendo però la misura del divieto di soggiorno in Sicilia.
Al momento dell'arresto, nelle tasche di Vitrano furono trovati diecimila euro in contanti, appena ricevuti da un imprenditore che aveva presentato alla Regione la domanda per realizzare un impianto fotovoltaico. Vitrano ha sempre sostenuto che quei soldi non fossero una tangente ma il frutto di un investimento.
Cascio ha spiegato che l'Assemblea ha preso atto del pronunciamento del commissario dello Stato, secondo cui il decreto di sospensione della Presidenza del Consiglio non ha più efficacia dal momento che il Tribunale del Riesame ha revocato i domiciliari a Gaspare Vitrano.
La legge stabilisce che un deputato viene sospeso dalle sue funzioni in caso di custodia cautelare in carcere, di arresti domiciliari e di detenzione in luogo di cura: il divieto di dimora in Sicilia, cui è sottoposto al momento il deputato, non prevede la sospensione. Pur vivendo lontano dalla Sicilia, Vitrano può tornare a svolgere le sue funzioni parlamentari.

Nessun commento:

Posta un commento