lunedì 8 agosto 2011

E Bossi si scoprì europeista


Da “UE fascista” a “l’Europa ci condiziona positivamente” il passo non è breve
Scoprirsi più europeisti dei firmatari del trattato di Roma? Si può: prendete Umberto Bossi, che solo pochi anni fa aveva un’idea ben precisa dell’Europa. Quale? E’ presto detto: per lui, il consesso di Bruxelles e soci altro non era che una vera e propria banda di fascisti conclamati. “Il nuovo fascismo” diceva il Senatùr.
Il centro del lungo discorso di Bossi, quasi due ore, sta nell’Europa, il tema che più agita il pensiero del leader leghista oggi. Quello che lo espone a scontri anche all’interno della maggioranza di governo. A chi chiede di definire la politica del governo Berlusconi sull’Europa, come fa Buttiglione, Bossi risponde ponendo i suoi paletti. “Faremo una resistenza civile all’Europa dell’invasione normativa”, insomma promette altre uscite tipo quella sul mandato di cattura o sul sequestro dei beni, Berlusconi è avvisato. Bossi parla del “dominio della tecnocrazia”, di “una macchina burocratica apolide”, di “un processo discutibile che mette in pericolo le nostre libertà”. “Chi vuole una Europa senza stati vuole un superstato, vuole l’Unione sovietica disegnata da Stalin… vuole un potere giudiziario superiore alla sovranità popolare; vuole una Europa giacobina che purga con la supremazia del potere giudiziario rispetto alla sovranità”. E per Bossi chi si allontana dall’asse Parlamento-popolo è “un nuovo fascista”.
Era il 2002, mica tantissimo tempo fa, in fondo. Poi che è successo? Basta una grossa crisi economica internazionale per far cambiare idea al leader del partito che più di ogni altro ha sempre rivendicato coerenza con i propri ideali? Basta il necessario salvataggio dei titoli di Stato italiani da parte della BCE per far dire a Umbertone che le cose cambiano, dimenticando in un colpo Roberto Maroni e i suoi strali contro la politica dell’immigrazione europea e Mario Borghezio e le sue scenate all’Europarlamento? Chissà. Fatto sta che ora Bossi parla così.
Anche se “positivamente”, la Bce condiziona l’Italia. Lo ha ammesso il leader della Lega, Umberto Bossi, che, alla domanda se “il governo è commissariato”, ha replicato: “Certo l’Europa, la Bce, ha il suo peso”. Parlando al termine del vertice con Tremonti e Calderoli, cui ha partecipato anche la vicepresidente del Senato Rosy Mauro e Renzo Bossi, il leader della Lega ha spiegato che “è la realtà che è venuta a trovarci. Per tanto tempo il paese ha speso più di quanto poteva.
Un bel giorno ha preso il treno ed è venuta a trovarci”.
Un bel cambiamento, eh?

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