sabato 9 luglio 2011

Caraffe filtranti, primi indagati «Peggiorano la qualità dell'acqua»


Accuse della Procura di Roma. I produttori: nessun rischio. Problema del deterioramento del filtro

ROMA - Sulla guerra per l'acqua potabile (minerale o filtrata?) che ormai investe una decina di procure - da Torino a Sassari, passando per Terni, Velletri e Santa Maria di Capua Vetere - la prima iniziativa viene da Roma. Tre mesi dopo la denuncia di Mineracqua contro i marchi di caraffe filtranti Brita, Auchan e Viviverde (Coop), i magistrati romani hanno deciso l'iscrizione nel registro degli indagati dei produttori del filtro di ultima generazione, una sorta di depuratore in dotazione alle ormai popolari brocche filtranti che, dalla Germania dove sono nate, hanno ampliato la loro fetta di mercato. Malgrado la discreta fama di qualità delle acque di rubinetto nostrane, finora avrebbero venduto circa un milione di esemplari complice un design accattivante e prezzi popolari.

L'iniziativa del pm Mario Dovinola è supportata da una perizia eseguita dal nucleo antisofisticazione dei carabinieri il cui contenuto resta al momento segreto. La decisione assieme all'annuncio che per il momento non ci sono altri provvedimenti annunciati «non abbiamo previsto sequestro») si annuncia tuttavia controversa. Sia perché i produttori del filtro potrebbero essere più d'uno (quanti?) e non solo la tedesca Brita leader del settore ma anche perché tra i reati ipotizzati inizialmente - commercio di sostanze dannose alla salute, violazione della normativa sullo smaltimento dei rifiuti, frode in commercio - quella di violazione delle norme sugli alimenti sembrava solo una fra le tante e neppure, forse, la più probabile. Esempio: dalla perizia commissionata qualche mese fa dal pm torinese Raffaele Guariniello risulterebbe altro. Che cioè il filtro delle caraffe non migliorerebbe la qualità dell'acqua di per sé potabile. Al contrario la impoverirebbe di calcio (ad esempio) e altri sali ai quali siamo abituati o che ci sono necessari. Dalle prove effettuate fra settembre e novembre 2010 dai ricercatori dell'università La Sapienza di Roma, affiorava poi il problema del deterioramento progressivo del filtro. Inutile o addirittura dannoso? Inefficace o veicolo di colture batteriologiche? Insomma la questione è complessa. 
Continua ...

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