sabato 9 luglio 2011

Caso Milanese, svolta nell'inchiesta scoperto il manuale delle nomine


La mappa delle spartizioni nelle aziende pubbliche
Borgogni (Finmeccanica): decidevano tre ministeri

Marco Milanese
ROMA - Alla fine è saltato il tappo, a Roma come a Napoli. All’indomani della richiesta di arresto per il parlamentare Pdl, Marco Milanese, la procura di Napoli cala le carte, quasi tutte. E rivela a sostegno delle accuse contro l’ormai ex consulente del Tesoro le dichiarazioni di imprenditori e i manager di Stato. Alcuni nauseati dal sistema, altri terrorizzati dall’idea di spostarsi dalle poltrone dei loro uffici alle panche delle aule giudiziarie. Tutti hanno disegnato lo stesso sistema di spartizione, con gli stessi attori e con le medesime bassezze. Così l’inchiesta sulla presunta corruzione di Marco Milanese si è mescolata con quella sulle nomine pilotate in Enav; e poi con l’altra, sulla presunta loggia P4 di Luigi Bisignani. Per diventare un unico grande calderone giudiziario in cui si racconta come i vertici delle aziende di Stato, da Finmeccanica a Trenitalia, dall’Eni fino alle consociate, sia «roba loro». Cioè della fame di politici e ministri, che indicano nomi e cognomi - anche senza requisiti - di chi deve accomodarsi nei consigli di amministrazione e persino nei collegi sindacali, in un calderone in cui i secondi, che dovrebbero verificare l’attività dei primi, in realtà sono espressione degli stessi referenti politici.

Lo schema Finmeccanica. A far comprendere ai magistrati napoletani quanto la presunta illegalità delle operazioni di lobbing di Luigi Bisignani fosse poca cosa di fronte a quello che poteva mettere in campo Marco Milanese, è stato un appunto sequestrato nel computer di Lorenzo Borgogni, potente capo delle Relazione Esterne di Finmeccanica e tra i principali collaboratori del presidente Guarguaglini. E’ intitolato ”membri esterni controllate per Milanese.doc»; e indica uno per uno i nomi dei membri dei cda e dei collegi sindacali delle principali società controllate dal colosso di piazza Montegrappa. C’è Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare, Oto Melara, Elsag Datamat, Selex Sema, Selex Galileo e Wass. Accanto ai soggetti da nominare i politici di riferimento, talvolta indicati per nome, altre volte per partito.

La collaborazione del manager. E’ un emotivo, Lorenzo Borgogni. Ha la parlata del toscanaccio, ma non l’impertinenza dei suoi compaesani. Ci mette un attimo a capire che dopo la perquisizione del Ros nei suoi uffici, è arrivato il momento di parlare, almeno di quello che succede nelle circa duecento società controllate da Finmeccanica, distinguendole tra quelle di primo, secondo e terzo livello, in ordine di importanza. Quindi snocciola nomi e padrini politici, con una premessa: «Per quanto riguarda le società di primo livello, che saranno una quindicina, io preparo un prospetto con le cariche in scadenza e lo mando ai tre ministeri, Tesoro, Difesa e Sviluppo Economico, a Palazzo Chigi e agli altri consiglieri di amministrazione espressione della politica».

I referenti politici. Borgogni racconta cosa è accaduto negli ultimi tre anni: «In questo periodo, Squillace è espressione del ministro della difesa La Russa, il consigliere Galli per la Lega mentre per lo Sviluppo Economico (Scajola) il riferimento è stato il consigliere Alberti, anche se formalmente espressione dell’azionista Mediobanca».
Continua ...

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