Quarta udienza del processo Infinito nei confronti delle 'locali' di 'ndrangheta in Lombardia. Al centro del dibattito delle ultime due udienze è ritornata la polemica, sollevata da uno degli avvocati difensori degli imputati, dei 'professionisti dell'antimafia'
Nel corso dell'ultima udienza il Pubblico Ministero Alessandra Dolci e gli avvocati delle parti civili, hanno risposto alle contestazioni sollevate dalle difese nel corso dell'udienza del 30 giugno scorso nell'ambito del processo Infinito che ha preso il via dopo le operazioni dello scorso luglio 2010 che ha portato a 300 arresti tra la Calabria e la Lombardia.
Il pm Dolci ha chiesto alla collegio giudicante di rigettare tutte le istanze delle difese che avevano sollevato unanimemente il conflitto di competenza del tribunale di Milano. La stessa pm ha rilevato come "le 150 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare dedicate alla descrizione della struttura della 'ndrangheta denominata 'La Lombardia', mostrano un radicamento sul territorio lombardo almeno trentennale che configurano un carattere di autonomia rispetto alla base di Reggio Calabria, con cui mantiene stabili contatti".
La stessa pm ha poi chiesto la sospensione dei termini di custodia cautelare e risposto all'avvocato di Carlo Chiriaco che, nella scorsa udienza, disse che sul suo assistito pendevano i "capi d'imputazione più approssimativi che abbia mai sentito". Sostiene invece Alessandra Dolci che i capi d'imputazione presenti nell'ordinanza di custodia cautelare sono ben dimostrati e dimostrabili.
Hanno preso la parola poi gli avvocati delle parti civili. Il primo è stato l'avvocato Tizzoni per il Comune di Pavia, il quale ha sostanzialmente ricalcato la posizione assunta dal sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, riguardo l'opportunità di costituirsi parte civile. Questione sollevata nel corso della scorsa udienza dalla difesa di Carlo Chiriaco. L'avvocato dell'ex direttore dell'Asl di Pavia, oggi detenuto e imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, aveva rilevato come fosse poco opportuno per il Comune di Pavia costituirsi parte civile contro Carlo Chiriaco, soprattutto nella persona del sindaco, "ma come può Cattaneo costituirsi parte civile contro chi, secondo l’accusa, lo ha fatto eleggere?" tuonò l'avvocato Mazza. Oggi Gian Luigi Tizzoni ha risposto, per concludere la polemica che "Il sindaco si costituisce in quanto istituzione e in rappresentanza del Comune, non certo a titolo personale".
Il pm Dolci ha chiesto alla collegio giudicante di rigettare tutte le istanze delle difese che avevano sollevato unanimemente il conflitto di competenza del tribunale di Milano. La stessa pm ha rilevato come "le 150 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare dedicate alla descrizione della struttura della 'ndrangheta denominata 'La Lombardia', mostrano un radicamento sul territorio lombardo almeno trentennale che configurano un carattere di autonomia rispetto alla base di Reggio Calabria, con cui mantiene stabili contatti".
La stessa pm ha poi chiesto la sospensione dei termini di custodia cautelare e risposto all'avvocato di Carlo Chiriaco che, nella scorsa udienza, disse che sul suo assistito pendevano i "capi d'imputazione più approssimativi che abbia mai sentito". Sostiene invece Alessandra Dolci che i capi d'imputazione presenti nell'ordinanza di custodia cautelare sono ben dimostrati e dimostrabili.
Hanno preso la parola poi gli avvocati delle parti civili. Il primo è stato l'avvocato Tizzoni per il Comune di Pavia, il quale ha sostanzialmente ricalcato la posizione assunta dal sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, riguardo l'opportunità di costituirsi parte civile. Questione sollevata nel corso della scorsa udienza dalla difesa di Carlo Chiriaco. L'avvocato dell'ex direttore dell'Asl di Pavia, oggi detenuto e imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, aveva rilevato come fosse poco opportuno per il Comune di Pavia costituirsi parte civile contro Carlo Chiriaco, soprattutto nella persona del sindaco, "ma come può Cattaneo costituirsi parte civile contro chi, secondo l’accusa, lo ha fatto eleggere?" tuonò l'avvocato Mazza. Oggi Gian Luigi Tizzoni ha risposto, per concludere la polemica che "Il sindaco si costituisce in quanto istituzione e in rappresentanza del Comune, non certo a titolo personale".
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