sabato 17 gennaio 2009

Vertice islamico: le dichiarazioni dei presenti

DOHA- I commentatori politici definiscono senza precedenti l'atmosfera respirata al summit di Doha dove per la prima volta, un gruppo di 13 paesi islamici riuniti, tra cui Iran, Siria, Libano, Qatar, Mauritania, Senegal, Libia e Sudan, hanno espresso una posizione forte e univoca sulla questione a Gaza. Secondo Al-Alam, l'emiro del Qatar, nel discorso di apertura, ha espresso profondo rammarico per la mancata partecipazione al vertice di alcuni paesi arabi che "sanno su Gaza le stesse cose che sappiamo noi", ha scandito Hamad ben Khalifa Ale Thani. Il secondo intervento, quello del leader di Hamas Khaled Mashaal, ha chiarito che Hamas non accetterà mai le condizioni poste da Israele per la tregua e che accetta solo una tregua che comprenda anche la fine dell'embargo contro Gaza. Mashaal ha chiarito che il suo partito non vuole e non ha mai voluto la guerra a tutto campo, ma che vuole solo difendere con serietà i diritti della popolazione palestinese. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ricordando l'uso di armi non convenzionali da parte di TelAviv ha invitato i paesi partecipanti a progettare una strategia di affronto comune che metta sotto pressione il Regime Sionista. Il presidente siriano Bashar Assad ha definito "i nuovi nazisti", coloro che si sono macchiati dei crimini contro Gaza, ed ha chiesto la chiusura delle ambasciate e delle rappresentanze sioniste in tutte le terre islamiche. Assad ha poi proclamato "finito per sempre" il piano di pace tra arabi e israeliani.
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