Sicuramente uno degli argomenti di discussione fra Matteo Renzi eil Presidente degli Stati Uniti Barak Obama, durante la recentecontestatissima visita di quest’ultimo nella Capitale, a parte laquestione degli F35 e la probabile richiesta di non far trapelaresulla stampa altre imbarazzanti ‘indiscrezioni’ sul caso Moro, deveessere stato il tema del debito pubblico americano. Un argomento chenon ha trovato spazio in questi giorni sulle pagine dei principaliquotidiani di regime, ma che fonti vicine a Renzi assicurano che èstato ampiamente trattato.
Ma perché Obama sarebbe venuto oltreoceano per discutere, fra lealtre cose, anche del debito pubblico americano? La risposta èsemplice: già da alcuni mesi la Cina, il principale detentore almondo dei titoli USA, si sta disfacendo del debito americano, e losta facendo sempre più in fretta, trascinando in questa operazione,senz’altro pianificata, anche altri paesi asiatici come ad esempio ilGiappone. E gli Stati Uniti, temendo gravi ripercussioni economicheche potrebbero portare ad un’implosione del Dollaro, stannodisperatamente tentando di arginare la situazione imponendo agli’alleati’ europei, già provati da una pluriennale crisi economicache proprio dagli Stati Uniti ebbe origine nel 2008, di acquistarebuona parte di ciò di cui la Cina si sta sbarazzando.
Analizziamo alcuni dati: nel mese di Dicembre 2013 la Cina ha venduto treasuries per la non certo indifferente cifra di 48 miliardidi Dollari, il dato più alto dal Dicembre 2011, scendendo del 3,6% a1.268,9 miliardi di titoli di stato USA detenuti dai 1.316,7 miliardidi Novembre, tornando così ai livelli di Marzo del 2013. IlGiappone, dal canto suo, ha ceduto titoli USA per quattro miliardi di Dollari. Mail volume complessivo di titoli americani in mani straniere non èdiminuito, perché a compensare la situazione ci sta pensandol’Europa, l’Eurozona (e quindi anche l’Italia).
Ufficialmente, per la Cina si è trattato di una operazione di’differenziazione’ delle proprie riserve, ma si tratta in realtà diun chiaro segnale: i pragmatici Cinesi devono aver compreso che ilDollaro si sta avviando verso un punto critico di non ritorno e hannofatto ben capire che per loro non è più conveniente detenere unqualcosa che in un prossimo futuro potrebbe rivelarsi per quello chein realtà è: carta straccia. Il fatto che anche il Giappone,secondo detentore mondiale del debito americano, stia seguendol’esempio di Pechino, tenderebbe a confermare questa ipotesi.
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