sabato 10 maggio 2008

I referendum traditi - Il popolo si esprime, la politica e la giurisprudenza "correggono": ecco alcuni esempi

Il neoministro Scajola ripropone il nucleare come soluzione energetica per l'Italia, nonostante i cittadini si siano già espressi contro l'atomo nel referendum dell'8-9 novembre 1987.Ma questo non è l'unico esempio di "referendum tradito".Giova a questo punto riprendere un pezzo pubblicato a dicembre sul sito di Radio Radicale, che ricorda tutte le volte che i referendum - cioè l'espressione diretta della volontà popolare - sono stati disattesi o ammorbiditi".
RESPONSABILITA' CIVILE DEI MAGISTRATIL’8 Novembre del 1987 l’80.20% dei votanti si esprime a favore della responsabilità civile dei magistrati nei confronti degli imputati che si ritengono vessati ingiustamente con dolo o colpa grave. Il parlamento interpreta la volontà popolare con la cosidetta “legge Vassalli”, che sostituisce alla responsabilità del giudice quella dello Stato.Solo in un secondo momento, dopo che il cittadino ha avuto ragione in un primo giudicato contro lo Stato, lo Stato stesso chiamerà in giudizio il magistrato ma per una somma mai superiore ad 1/3 del suo stipendio annuale.Il cittadino di fatto non può portare in giudizio direttamente il magistrato stesso.
FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITIUna delle vicende che fa più arrabbiare gli italiani. Con il referendum del 18 e 19 Aprile 1993, il 90.7% dei votanti decide di abrogare la norma che prevede il finanziamento pubblico ai partiti.Ma con la legge n.515 del 10 Dicembre 1993, il Parlamento trasforma il “finanziamento” in “contributo”, distribuito in base al numero di aventi diritto al voto e al numero di eletti di ogni singola lista.Il “contributo” diverrà poi “rimborso” con la legge n.157 del 3 Giugno 1999 che rimborsa i movimenti e i partiti poltici per le “spese elettorali sostenute per le campagne per il rinnovo del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, del Parlamento europeo e dei consigli regionali”, allargandolo anche ai comitati promotori dei referendum per i quali è stato raggiunto il quorum di partecipazion di validità al voto.Il “rimborso” sarà poi reso più cospicuo con la legge del 26 Luglio 2002, che tra le altre cose porterà al calcolo dei rimborsi del Senato sulla base del numero degli elettori della Camera.
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALILa stessa tornata referendaria abroga il ministero delle Politiche agricole e forestali con il 70.20% dei votanti favorevoli. Il ministero si limita a cambiare nome, adesso abbiamo il “Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali”.
PRIVATIZZAZIONE RAIL’11 Giugno del 1995, il 54.90% degli italiani si esprime a favore della privatizzazione della RAI, attraverso l’abrogazione della norma ch la definisce come “pubblica”.A tutt'oggi, nonostante numerosi tentativi di riforma, ultimo dei quali la cosidetta “legge Gasparri”, la Rai è pubblica (e lottizzata).
RAPPRESENTATIVITA' PER I CONTRATTI DEL PUBBLICO IMPIEGOSempre l'11 Giugno 1995, i votanti si esprimono su due quesiti riguardanti il sistema sindacale.Il primo tende ad abrogare il monopolio confederale nella contrattazione nel pubblico impiego. I "Sì" vincono con il 64,70%.Il decreto legge del 5 febbraio 1997 di fatto mantiene il precedente ruolo dei sindacati per quanto rigurda il pubblico impiego.
CONTRIBUZIONE SINDACALE AUTOMATICAUn secondo quesito mira ad abrogare le trattenute automatiche da stipendio e pensioni delle quote di adesione ai sindacati. I "Sì" vincono con il 56,20%, ma i sindacati continuano a trattenere automaticamente una quota della busta paga.In pratica, la Cassazione ha stabilito che permettere la "cessione di credito" a favore di istituti privati (ad esempio i fondi integrativi e le assicurazioni mediche) e non farlo per i sindacati, sarebbe discriminante e perseguibile per "attività antisindacale".

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