sabato 16 agosto 2008

Georgia, truppe russe in movimento nonostante la tregua

Tbilisi - All’indomani della firma del cessate il fuoco da parte di Tbilisi, le truppe russe continuano a muoversi in Georgia in varie direzioni, presidiando il nodo strategico di Gori e spingendosi fino a 35 km dalla capitale, secondo fonti giornalistiche sul posto. Il ministero degli interni georgiano ha accusato inoltre i militari russi e gli irregolari sudosseti di compiere saccheggi e di aver distrutto un ponte ferroviario.
Mosca smentisce - Tutte notizie prontamente smentite da Mosca, che giustifica le proprie azioni con la necessità di garantire la sicurezza. Per lo stato maggiore russo, la situazione nella zona di conflitto sudosseta rimane tesa perché continuano a operare cecchini e alcuni gruppi delle forze georgiane, come i sabotatori di cui ieri sarebbe stato sventato un attentato al tunnel di Rokski, l’unico collegamento tra la Russia e la regione separatista dell’Ossezia del sud.
Tregua fragile - La tregua resta quindi fragile, in attesa che l’accordo sia firmato anche da Mosca, dove è stato inviato oggi dagli Usa via fax. Tutto, per ora, ruota intorno all’attesa del ritiro delle forze militari russe, sollecitato ieri non solo da Washington ma anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.
Mediazione europea - La presidenza francese della Ue, che ha mediato l’accordo, ha fatto sapere ieri che il presidente russo Dmitri Medvedev "ha confermato di essere pronto a firmare anche lui e ha garantito che la Russia rispetterà scrupolosamente gli impegni, con particolare riferimento al ritiro delle proprie forze".
Aiuti umanitari - Intanto l’Unhcr (Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati) ha denunciato l’impossibilità di distribuire gli aiuti umanitari agli oltre 180 mila profughi stimati, affermando che la regione è in preda a un clima di banditismo e illegalità generalizzati.
Londra minaccia ripercussioni - Sul fronte politico internazionale, Londra continua ad agitare lo spettro di possibili ripercussioni sul negoziato per la partnership tra Bruxelles e Mosca, mentre Kiev, che anela alla Nato come Tbilisi, prospetta un’integrazione dei propri radar antimissile con i Paesi europei, dopo l’annullamento degli accordi russo-ucraini sull’utilizzo comune di tali impianti.
Continua ...
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