domenica 7 settembre 2008

Mafia, le parole d'onore - Ecco il codice di Cosa Nostra

SONO VOCI che provengono da un altro mondo. Salgono minacciose, stordiscono. A volte arrivano sfuggenti e all'apparenza innocue, a volte sono volutamente cariche di presagi. Nascondono sempre qualcosa, portano sempre un messaggio. Tutto è messaggio nella loro parlata. Anche i dettagli che sembrano più irrilevanti, i gesti che accompagnano o prendono il posto delle voci. Anche i silenzi. È un coro inquietante che ho ritrovato sul mio taccuino. Quelle parole e quei "discorsi" sono diventati i miei appunti.
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"Conoscere i mafiosi ha influito profondamente sul mio modo di rapportarmi con gli altri e anche sulle mie convinzioni... Per quanto possa sembrare strano, la mafia mi ha impartito una lezione di moralità", spiegava Giovanni Falcone in Cose di Cosa Nostra a Marcelle Padovani. Falcone è stato il primo, con il rigore del magistrato e la passione civile di certi grandi siciliani, a esplorare sino in fondo la mentalità mafiosa. Diceva: "Conoscendo gli uomini d'onore ho imparato che le logiche mafiose non sono mai sorpassate né incomprensibili. Sono in realtà le logiche del potere, e sempre funzionali a uno scopo. In certi momenti, questi mafiosi mi sembrano gli unici esseri razionali in un mondo popolato da folli. Anche Sciascia sosteneva che in Sicilia si nascondono i cartesiani peggiori".
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http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/mafia-4/codice-mafia/codice-mafia.html

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