sabato 24 gennaio 2009

Globalizzazione o Glocalizzazione? La società contemporanea tra il locale e il globale

La differenza linguistico-fonetica tra globalizzazione e glocalizzazione è insignificante: la lettera C invece della lettera B. Ma a livello logico – concettuale e, soprattutto a livello sociale e politico, la differenza è profonda e ha riflessi importanti sulla vita di ciascuno di noi. A livello mediatico la differenza non potrebbe essere maggiore. È praticamente impossibile sfogliare qualunque quotidiano o rivista senza imbattersi in proposizioni del tipo: “nell’era della globalizzazione”; oppure: “Viviamo in un mondo globalizzato”. Nulla di più falso: i 6 miliardi di persone che compongono il mondo non sono globalizzati e in tutte le ere abbiamo assistito a fenomeni di globalizzazione. A dispetto dell’evidenza, il martellamento ossessivo non ci fa venire alcun dubbio sulla fondatezza della “teoria” della globalizzazione. Pochissimi invece scrivono o parlano di glocalizzazione. Cerchiamo allora di chiarirci le idee. La globalizzazione esprime la convinzione tutta nord-americana e occidentale che il libero mercato sia in grado di “omogeinizzare” il modo di pensare e di agire di tutte le persone a livello planetario, rendendole oltretutto migliori. Per questi incalliti ottimisti occidentali il mondo sarebbe addirittura già globalizzato: lo affermano spudoratamente anche se, ad un banale esame, appare evidente che gli occidentali sono oggi meno di un miliardo in un mondo di sei miliardi di persone con lingue, costumi, tradizioni e valori i più disparati. Provate a dire ad un Indù, a un Buddista o a un Islamico che sono “globalizzati” dagli occidentali americani; chiedetelo a Bin Laden, al Dalai Lama a Hu Jintao, a Manmohan Singh o a Putin e attendetevi una risposta… di fuoco! Chiedetelo a tutte quelle comunità locali che lottano contro le grandi potenze. Provate a chiedere ad uno stratega di geopolitica quali Paesi saranno dominanti nel XXI secolo e vi risponderà senza il minimo tentennamento: i Paesi Asiatici! È vero che nel XX secolo abbiamo assistito a fenomeni che hanno ridotto le distanze tra le persone e i popoli, ma da questo a dire che il mondo è globalizzato ne corre. Sarebbe più corretto affermare che si sono avviati dei processi globalizzanti così come è avvenuto con l’Impero Romano, il Sacro Romano Impero, la diffusione del cristianesimo e dell’Islam, l’espansionismo cinese o giapponese, il colonialismo e l’imperialismo degli ultimi secoli. Oltretutto la globalizzazione non ha un fondamento scientifico. Il libero mercato non può essere considerato il suo fondamento perché il mercato è una funzione della persona umana: produzione e distribuzione.

Diverso il discorso sulla GLOCALIZZAZIONE.
La parola glocale è formata da due parole: locale e globale. Non si oppone direttamente alla globalizzazione che ritiene equivoca e contraddittoria nel suo universo semantico usato e abusato. Nè tantomeno vuole avere un senso politico di opposizione alla globalizzazione come ad esempio fanno i no-global.
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http://www.siciliainformazioni.com/giornale/economia/40875/punto-globalizzazione-glocalizzazione.htm

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