domenica 5 luglio 2009

Alfano rassicura Napolitano, ma premier insiste: il ddl intercettazioni non si tocca

Berlusconi pronto alla fiducia nonostante i paletti del Colle.
ROMA (5 luglio) - Alla fine Silvio Berlusconi preferirà ”gestire” i rilievi che il Quirinale potrebbe porre sotto la legge sulle intercettazioni rinviandola alle Camere, che riaprire, magari a Montecitorio, e con ”pezzi” scomodi della sua maggioranza, una trattativa che lo ha già impegnato per un anno.Alla fine, e ovviamente dopo il G8, il presidente del Consiglio deciderà di stringere i tempi con un voto di fiducia, qualora a palazzo Madama dovesse emergere la volontà delle opposizioni di tirarla inutilmente in là.
Alla fine, Silvio Berlusconi costringerà ancora una volta i suoi alleati a far quadrato per respingere, con il ddl-intercettazioni, l’ennesimo assalto alla sua leadership. Un ”assalto” «eversivo», come lo ha più volte definito, partito da Casoria, fermatosi a Bari e che secondo i ben informati avrà, dopo la tregua del G8, Napoli come tappa estiva. Alla fine, ancora una volta, Berlusconi non mollerà la presa su un provvedimento che, al pari del ”lodo-Alfano”, considera ormai fondamentale per difendere il suo ruolo da premier e, fatti salvi gli eventuali rilievi che il Quirinale porrà sotto il testo, riproporrà la legge già frutto di una mediazione non facile dentro la maggioranza.
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