lunedì 28 settembre 2009

Indagato pure il ministro Alfano

Di questo passo, saremo costretti a pubblicare l'elenco sempre più scarno dei ministri non indagati né condannati. Oggi tocca ad Angelino Jolie, inopinatamente ministro della Giustizia: la sua augusta persona, come rivela sul Fatto Antonio Massari, è sotto inchiesta al Tribunale dei ministri per abuso d'ufficio. In soldoni, avrebbe sabotato la Procura di Bari che indaga sul collega Raffaele Fitto (e su tante altre belle cosette) con ispezioni ministeriali e altre manovre telecomandate dallo stesso Fitto. Infatti è indagato anche Fitto, l'uomo che candidò nella sua lista personale Patrizia D'Addario e Barbara Montereale di ritorno da Palazzo Grazioli. Ma per lui non è una novità: il ministro degli Affari regionali (soprattutto affari) è imputato in Puglia per altri due scandali e tre anni fa sarebbe finito in manette se non si fosse rifugiato appena in tempo in Parlamento. Per Angelino, invece, è la prima volta. Sale così a dieci (su 62) il numero dei membri del governo Berlusconi nei guai con la giustizia. Oltre al Cavaliere, recordman mondiale, ricordiamo Bobo Maroni, condannato per resistenza a pubblico ufficiale per aver picchiato dei poliziotti e dunque ministro dell'Interno; Umberto Bossi, pregiudicato per la tangente Enimont e per istigazione a delinquere; Roberto Calderoli, indagato per ricettazione di presunti soldi in nero da Fiorani; Altero Matteoli, imputato per favoreggiamento a Livorno; Raffaele Fitto, imputato a Bari per corruzione, turbativa d'asta e interesse privato; e ora Alfano, cui Mastella ha sottratto il primato di primo Guardasigilli sotto inchiesta in 150 anni di storia. Poi ci sono viceministri e sottosegretari: Gianni Letta, indagato a Lagonegro per truffa, abuso e turbativa d'asta; Nicola Cosentino, inquisito per rapporti con i Casalesi; Aldo Brancher, salvo per prescrizione in un processo per finanziamento illecito.
Continua ...
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