mercoledì 2 settembre 2009

Kabul, scandalo all'ambasciata Usa contractor ubriachi, festini e umiliazioni

NEW YORK - Piovevano razzi sull'ambasciata di Kabul ma la sicurezza non era un problema per le guardie in tutte altre faccende affaccendate: festini con prostitute e party dove l'ubriacatura era la regola. L'ultima, inquietante rivelazione sui contractor al soldo del governo Usa arriva dall'Afghanistan e la raccontano senza veli le foto apparse oggi sul Daily News e il video che la Cbs e la Cnn da ieri notte stanno mandando in onda. Alcol, prostitute, festini: non si facevano mancare niente le guardie della ArmorGroup, un'agenzia ora posseduta dalla Wackenut Service Inc, una delle maggiori compagnie di contractor, il personale di sicurezza privata che già in tutti questi anni di guerra il mondo ha imparato a conoscere per i comportamenti scellerati, come la strage di civili in Iraq firmata dagli uomini della Blackwater assoldati dalla Cia. Questa volta non si tratta di violenza ma di immagini choc umilianti e scandalose: tant'è che il segretario di Stato Hillary Clinton ha subito ordinato un'inchiesta per cercare di capire che cosa ha potuto trasformare l'ambascita americana a Kabul in quella che il Daily News ha già ribattezzato una "Animal House". C'è poco purtroppo da divertirsi: gli attacchi suicidi che nel mese di agosto si sono intensificati a Kabul e che hanno havuto tra i target proprio l'ambasciata hanno fatto scattare l'allarme partito con una serie di segnalazioni via mail dell'associazione no profit Project on Government Oversight. La denuncia, partita da altre guardie del gruppo, definisce un gruppo di supervisori e altre guardie come "predatori sessuali e devianti". Si parla di un clima di paura e coercizione, in cui chi rifiutava di partecipare veniva sottoposto a ritorsioni e a volte persino licenziato. Più di 300 delle quattrocento guardie impegnate a difesa dei mille uomini dell'ambasciata americana a Kabul sono Gurkhas nepalesi che neppure riescono a parlare l'inglese: gli ordini venivano infatti consegnati grazie a un sistema antico come il mondo, cioè quello dei gesti: ulteriore segnale del livello di sicurezza scarsissimo nella struttura. Il resto dei contractor sono un misto di australiani, sudafricani e americani espatriati. Secondo le prime testimonianze raccolte, se qualcuno si avvicinava a una guardia nepalese con il sospetto di aver visto un terrorista, potevi sentirsi rispondere con la replica standard in inglese: "Grazie mille signore, e buonanotte". Ora spetterà al governo fare luce sull'ultimo scandalo scoppiato al buio di Kabul.

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