sabato 30 aprile 2011

Caso Orlandi, si riaffaccia la pista islamica Il fratello: "Wojtyla ce la faccia ritrovare"

Dal manifesto della scomparsa di Emanuela Orlandi
Roma, 30 apr. (Adnkronos) - Caso Orlandi: si riaffaccia la pista islamica sulla scomparsa di Emanuela, la figlia di un dipendente del Vaticano sparita nel nulla il 22 giugno 1983. L'ipotesi viene sostenuta da Anna Maria Turi, giornalista autrice del volume 'Emanuela nell'abbraccio dell'Islam?', edizioni Segno. Secondo l'autrice, Emanuela Orlandi sarebbe viva e le sue tracce porterebbero ad imboccare la strada dell'Islam. Scettico sulla tesi il legale della famiglia Orlandi, l'avvocato Massimo Krogh che, interpellato dall'Adnkronos, afferma: "Da parte nostra abbiamo sempre pensato che Emanuela fosse stata rapita per uno scambio con Alì Agca. L'unica speranza che possa essere ancora in vita è data dal fatto che non si è mai ritrovato il corpo". ''Domani mia madre sarà sul sagrato di piazza San Pietro per la beatificazione di Giovanni Paolo II. Io seguirò l'evento dai maxischermi di via della Conciliazione'' ha detto all'ADNKRONOS il fratello Pietro Orlandi. ''Ricordo quando Giovanni Paolo II venne a casa nostra - dice - e ci disse che il rapimento di Emanuela era un caso di terrorismo internazionale. Ho sempre chiesto collaborazione al Vaticano, in fondo -fa notare Pietro Orlandi- mia sorella è stata rapita perché cittadina vaticana''.

La tesi, sostenuta da Anna Maria Turi nel suo libro, nasce da una ricerca sul campo durata dieci anni. Il libro si avvale della prefazione dell'ex presidente della Croce Rossa Massimo Barra e sarà presentato da Falco Accame, Massimo Barra, Francesco Bruno e Michele Del Re il prossimo 12 maggio al Centro Russia Ecumenica, a due passi dal Vaticano. Partendo da informazioni nell'ambito di Servizi stranieri, la Turi le ha incrociate cercando un riscontro nell' ambiente romano, incontrando persone che le cronache non avevano mai legato al caso, e successivamente ha compiuto numerosi viaggi in terra islamica,
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