venerdì 22 febbraio 2008

Quattrocento anni di Caravaggio in Sicilia. Lecture di Mina Gregori e proiezione del film a Trapani

22 Febbraio 2008 - Mina Gregori, docente presso l'Università di Firenze e Presidente della Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi, terrà, sabato 23 febbraio alle ore 9.00, la lecture “Come lavorava Caravaggio”, presso il Teatro Tito Marrone di Trapani per celebrare il quattrocentesimo anniversario dall’arrivo di Caravaggio nell’isola.L’evento, organizzato a seguito del grande successo riscosso a Londra dalla lecture di Sir Denis Mahon, dinanzi a studiosi di fama internazionale e autorità istituzionali, tra cui l’ambasciatore italiano a Londra Giancarlo Aragona, il direttore dell’Ashmolean Museum di Oxford Christopher Brown, Lucy Whitaker della Royal Collection, Beverly Brown, John Gash e Clovis Whitfield, rappresenta una straordinaria occasione per analizzare gli elementi storico-stilistici che caratterizzano l’opera I Bari, recentemente attribuita da Sir Denis Mahon al Caravaggio, attualmente in mostra al Museo Pepoli di Trapani. Mina Gregori, illustre storico dell’arte del 600, tra gli studiosi a favore di questa attribuzione, ha seguito direttamente i lavori di restauro dell’opera riportando alla luce lo straordinario capolavoro de I Bari, riconosciuto quale prima versione del dipinto di Forth Wort.La mostra “Caravaggio. L’immagine del Divino” è in corso al Museo Pepoli di Trapani fino al 14 marzo 2008. Realizzata da RomArtificio in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali sotto la cura di Sir Denis Mahon, sta vivendo, fin dai primi giorni di apertura uno straordinario successo internazionale di critica e di pubblico: con oltre 35.000 visitatori, è la mostra di arte antica più visitata in Italia, con la media giornaliera più elevata di visitatori paganti in Italia del Centro-Sud. Alle ore 11.00 seguirà la proiezione del film ''Caravaggio'' per la regia di Angelo Longoni e la fotografia di Vittorio Storaro, in uscita nelle sale cinematografiche italiane a primavera.Vittorio Storaro, tre premi Oscar e una carriera folgorante sempre alla ricerca dell’espressività della luce, ha partecipato all’inaugurazione della Mostra, il 14 dicembre scorso, incantando gli ospiti del Museo Pepoli con un seminario sulle Luci e le Ombre del grande Pittore del 600. «Caravaggio, utilizzando probabilmente di più l'oscurità e quindi la parte più nascosta di se stesso, scolpendoci sopra con un bisturi luminoso, che è la luce, tirando fuori delle figure, dei personaggi, in realtà ha lasciato un chiaro segno dell'indagine che lui faceva in se stesso, mostrando, raccontando delle storie. Un po' come Michelangelo con la scultura, Caravaggio riesce a fare una pittura che sembra a rilievo, cioè dall'oscurità escono questi personaggi che hanno una prospettiva in se stessi; sembra che ci saltino agli occhi, con le loro storie, emozionandoci. Io cerco di ricreare lo stesso nei film».

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