venerdì 22 febbraio 2008

Mosca minaccia l'intervento per il Kosovo

L'ambasciatore russo a Washington: «Se la Nato o la Ue sfidano l'Onu useremo le forze armate»
Mentre gli Usa protestano con la Serbia per non aver protetto le sedi diplomatiche, la Russia difende Belgrado e minaccia l'uso della forza armata nel Kosovo. Lo ha riferito l'ambasciatore di Mosca alla Nato. «Se l'Europa lavora al di fuori di una posizione comune, o la Nato infrange il proprio mandato nel Kosovo, si troveranno in conflitto con le Nazioni Unite. A quel punto dovremo procedere con la forza bruta, in altre parole: la forza armata» ha dichiarato l’ambasciatore russo presso l’Alleanza, Dmitri Rogozin. La questione del Kosovo dunque non si chiude così facilmente e all’inizio di aprile il presidente russo Vladimir Putin «non sarà timido e parlerà dei nostri interessi» ha aggiunto Rogozin, riferendosi al vertice della Nato-Russia che si terrà a Bucarest, tra un mese e mezzo. Quindi la dichiarazione di indipendenza unilaterale è ancora tutta da vedere. Il rappresentante russo alla Nato ha parlato con i giornalisti in collegamento televisivo da Bruxelles con la sede di Ria Novosti a Mosca. Rogozin - spesso contestato per posizioni fortemente filoslave - ritiene che la questione del Kosovo sia oggi un conflitto di «filosofie», un conflitto di approcci per il sistema della sicurezza internazionale. La nomina di Rogozin decisa dal presidente Vladimir Putin - e annunciata dal Cremlino il 10 gennaio - è caduta su una figura ben lontana dai toni più ammorbiditi della diplomazia. Il politico, 44enne è dichiaratamente filoslavo, ha già guidato il movimento Madrepatria (Rodina); ha difeso i diritti etnici dei russi in Russia, in un contesto di crescenti attacchi razziali alle minoranze; si è spesso distinto per dichiarazioni al limite della xenofobia.GLI USA PROTESTANO: SICUREZZA INADEGUATA - Gli Stati Uniti hanno protestato ufficialmente presso la Serbia, giudicando inaccettabile l'attacco subito dall'ambasciata Usa a Belgrado perché la sicurezza «non era adeguata» ha dettoa Washington il portavoce del Dipartimento di Stato Sean McCormack proprio mentre l'ambasciatore all'Onu Zalmay Khalilzad chiedeva al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, riunito al Palazzo di Vetro, di condannare l'attacco contro la rappresentanza diplomatica degli Stati Uniti in Serbia. Ma Washington ha ricordato a Belgrado che la protezione delle sedi diplomatiche è di sua responsabilità. Secondo McCormack ci sono voluti ben 45 minuti alla polizia di Belgrado per giungere sul posto, mentre per ristabilire l'ordine e disperdere i rivoltosi ne sono bastati pochi. Il portavoce ha infine reso noto che il numero tre del Dipartimento, Nick Burns, ha chiamato il premier serbo, Vojislav Kostunica, e il ministro degli esteri, Vuk Jeremic, spiegando loro che Washington li considererà direttamente responsabili in caso di nuovi incidenti. http://www.corriere.it/esteri/08_febbraio_22/russia_kosovo_f88791ce-e128-11dc-b2e4-0003ba99c667.shtml

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