sabato 12 aprile 2008

Business al vento

Sovvenzioni più alte d'Europa. Prezzo generoso dei certificati verdi. Così in Italia gli impianti eolici sono diventati un affare. Che attrae grandi aziende internazionali. Ma anche la criminalità La data in cui tutti hanno capito che le turbine non sono un giochino per ambientalisti, ma uno dei più grandi affari del secolo, è il 6 agosto del 2007. Quella mattina il 'Wall Street Journal' raccontava che il colosso britannico IP, International Power, aveva comprato al prezzo enorme di un miliardo e 830 milioni di euro una parte dei parchi eolici sviluppati nel Mezzogiorno dal principale operatore italiano: la Ivpc fondata da Oreste Vigorito. Per avere un ordine di grandezza, nella classifica dei dieci contratti più importanti del 2007, la cessione figurava al nono posto, mentre all'ottavo c'era lo stilista Valentino con una valutazione di 2,1 miliardi. Tutto il mondo conosce Valentino, pochi sanno chi è Vigorito. E invece questo avvocato di Ercolano in soli 15 anni ha costruito un impero in uno dei settori più importanti per il futuro del nostro Paese. La ragione per cui International Power e gli altri colossi europei scalpitano per afferrare il vento italiano è l'incredibile massa di incentivi che piove sulla Penisola. La legge impone alle società che inquinano di compensare i propri peccati comprando i cosiddetti certificati verdi dai produttori di energia pulita. Grazie al prezzo generoso dei certificati italiani e alla riduzione dei costi di produzione, l'utile lordo delle imprese è aumentato di otto volte in quattro anni. Ecco perché l'Italia viene descritta nei report delle banche d'affari come la nuova frontiera, l'isola del tesoro, il paese della cuccagna. Continua ... http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Business-al-vento/2015467&ref=hpsp

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