domenica 31 agosto 2008

Di Pietro ruba il Pd a Veltroni - di Paolo Guzzanti

Caro Walter,la tradizione vuole che ogni tanto ti scriva in prima persona. Mentre tu stai a fare l'americano convinto che Obama vincerà (e invece è quasi certo che perda, come sai benissimo anche tu), il sor Di Pietro, quello che nelle figurine Panini compare sul trattore, ti sta fregando il partito. Hai visto che è successo: quello è andato alla festa dell'Unità, che ora si chiama «Conchita Party» per esigenze di modernismo, ha schiacciato la povera Rosy Bindi sotto rete e si è portato via la platea. Con che cosa? Con l'antiberlusconismo da baraccone, quello da tre palle un soldo, venghino, signori venghino che vi presentiamo insieme alla donna cannone coi baffi anche l'ex procuratore in volo libero senza protezione grammaticale. Devi sapere, e spero di non offenderti o metterti in difficoltà, che noi del Giornale facciamo tutti il tifo per te. Non un tifo strumentale, furbesco, paraculetto, ma proprio il tifo. E quando vediamo le tue sortite (alcune tue sortite) ci diamo delle manate in fronte: «No, Walter, questa no, questa non la dovevi fare, questa non la dovevi dire» eccetera.Il fatto è che siamo una manica di inguaribili democratici parlamentari, ci piace il gioco rude in campo ma fra squadre vere, perché sennò la democrazia si va a far friggere. Abbiamo tanto lavorato in questi anni per dare all'Italia una destra decorosa, da governo, spoglia di orbace e di torbide memorie, e quella destra è piaciuta agli italiani che un tempo non avevano altra possibilità che votare gli attempati neofascisti del Msi o i fragili e inconsistenti, benché eroici, liberali alla Malagodi. La sinistra era un blocco di ghiaccio comunista con piccoli iceberg come appendici.
Continua ...
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