domenica 22 marzo 2009

Contro gli abusi solo 511 architetti ogni anno 2mila pratiche a testa

Il provvedimento del governo taglia i tempi del silenzio-assenso da 120 a 30 giorni: "Ma gli uffici non ce la faranno mai" di PAOLA COPPOLA ROMA - Personale ridotto all'osso, architetti alle prese con migliaia di pratiche da smaltire ogni anno. E, presto, il carico di lavoro potrebbe lievitare. Nuove domande potrebbero arrivare negli uffici delle Soprintendenze, chiamate dalla bozza del dl sulle "Misure urgenti per il rilancio dell'economia attraverso la ripresa delle attività imprenditoriali edili" alla verifica sugli edifici storici. Così è già scattato l'allarme contro quello che gli addetti ai lavori definiscono il rischio del "laizzez-faire". Lasciar fare per l'impossibilità di intervenire. "L'Italia sarà additata come la Nazione dei Barbari", dice Gianfranco Cerasoli, segretario generale della Uilbac (Uil Beni e attività culturali) che definisce la bozza di dl "davvero preoccupante perché il rischio di un attacco al patrimonio storico-artistico, monumentale e paesaggistico sarà di drammatica attualità". E spiega: "Tutti sanno che le Soprintendenze non ce la faranno mai a rilasciare le autorizzazioni entro 30 giorni, poiché non ci sono le risorse umane e i soldi per mandare in missione quei pochi tecnici". Oggi nelle diverse Soprintendenze che dipendono dalle Direzioni regionali per i beni culturali e il paesaggio, presenti in 17 regioni italiane, lavorano 511 architetti. Una Soprintendenza di medie dimensioni deve gestire, secondo le stime, tra le 10 e le 15mila pratiche l'anno. Con un carico di lavoro per ogni architetto di circa 2000. A queste si dovrebbero aggiungere le richieste di ampliamento previste dal provvedimento del Governo. Leggi tutto: http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/economia/crisi-24/dossier-abusi/dossier-abusi.html Una legge contro il territorio
Le licenze facili e i permessi edilizi fai da te decretano la fine delle nostre malconce istituzioni. Il territorio, la città e l'architettura non dipendono da un'anarchia progettuale che non rispetta il contesto, al contrario dipendono dalla civiltà e dalle leggi della comunità. La proposta di liberalizzazione dell'edilizia, annunciata dal presidente Berlusconi, rischierebbe di compromettere in maniera definitiva il territorio. Ecco perché c'è bisogno di un sussulto civile delle coscienze di questo paese. Gae Aulenti Massimiliano Fuksas Vittorio Gregotti
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http://www.repubblica.it/speciale/2009/appelli/legge-ed-edilizia-del-governo/

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