lunedì 16 novembre 2009

Nuova micidiale arma di Israele: non uccide ma dà sensazione di bruciare vivi

NEW YORK (16 novembre) - Il Pentagono ci sta lavorando dal 2001, ma finora ne ha costruito solo versioni ingombranti, che pesano quasi 9 tonnellate. Ma adesso una università israeliana ha prodotto una versione portatile del “raggio del dolore”, una nuova arma antisommossa destinata al controllo ”umanitario” delle folle.
Si chiama “Active Denial System” (Sistema Respingente Attivo), e si può portare in spalla. Colpisce il bersaglio entro un raggio di trenta metri, causando una sensazione di bruciore così intensa che le terminazioni nervose fanno credere al cervello che il corpo sia in fiamme. In realtà - negli esperimenti di laboratorio - il “raggio del dolore” non sembra causare danni fisici reali. L’università di Giudea e Samaria ha reso noto di aver ideato una versione del raggio del dolore grande quanto un fucile, e del costo di circa 170 mila euro. L’università sorge nella città di Ariel, un insediamento ebraico in Cisgiordania fondato nel 1978. Il prototipo dell’arma finora è stato mostrato in pubblico solo in fotografia. Ma è molto più piccola di quella costruita dagli americani, che viene invece montata su mezzi corazzati resistenti alle bombe. Il Pentagono aveva inizialmente pensato di inviare il “raggio del dolore” in Iraq. Ma prima che una nuova arma possa venire adottata al fronte, negli Stati Uniti si devono superare un serie di test scientifici, anche sui possibili rischi che l’arma può avere per gli stessi soldati che la utilizzano.Il governo israeliano sembra meno burocratico in questo senso. Difatti ha già utilizzato armi “alternative”, non letali. Nel 2008 ad esempio ha messo alla prova sul campo, contro un gruppo di palestinesi che dimostravano nel villaggio di Naalin, la “bomba puzzolente”, una doccia mefitica che impregna i vestiti e la pelle delle vittime.L’arrivo del “raggio del dolore” preoccupa però gli esperti di sicurezza perché potrebbe essere adottato anche da Paesi dittatoriali per reprimere il dissenso: «Costa così poco, tutti ora potranno farsi il loro raggio del dolore» si lamenta il professor Steve Wright, dell’Università di Leeds.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=80621&sez=HOME_NELMONDO

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