domenica 2 ottobre 2011

La violenza fascista blocca il Gay Pride

Le autorità di Belgrado vietano il corteo omosessuale per paura della reazione dell’estrema destra serba

Niente marcia del Gay Pride a Belgrado: le autorità cittadine e statali hanno imposto il no alla manifestazione di orgoglio omosessuale. Dopo iviolenti scontri dell’anno scorso, causati da frange di estrema destra, il governo serbo e l’amministrazione della capitale hanno voluto evitare la ripetizione di un simile problema, privando così però migliaia di persone di un loro diritto fondamentale. La Chiesa ortodossa e gli ultrà di estrema destra possono così esultare: grazie alla propaganda degli uni e alla minacciata violenza degli altri una minoranza di cittadini è stata ancora sconfitta.

GAY PRIDE VIETATO PER PAURA – Le autorità serbe erano terrorizzate dalla replica di episodi di violenza, successi durante il Gay Pride dell’anno passato.

Il ministro degli Interni, Ivica Dacic, ha deciso di cancellare il Prideper evitare “un bagno di sangue”. Troppo fresco il ricordo delle violenze che l’anno scorso terrorizzarono Belgrado, con oltre 100 feriti; ma la decisione del governo, sostenuta dal presidente Tadic, rappresenta una vittoria per le forze retrograde, ultranazionaliste e fondamentaliste cristiane, che sin dal primo momento si sono battute – senza risparmiare minacce – per impedire la marcia dei diritti per le persone omosessuali, bisessuali e trans.Secondo il Patriarca Ireneo – primate della chiesa ortodossa – il Gay Pride è una “marcia della vergogna, estranea alla nostra storia, tradizione e cultura”; e infatti il gruppo ultranazionalista Obraz (Onore) esulta alla notizia della cancellazione e la legge come “una vittoria dei patrioti serbi”.
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