mercoledì 30 novembre 2011

Iran, Terzi: ''Stiamo valutando la chiusura della nostra ambasciata a Teheran''

(Xinhua)
Roma, 30 nov. (Adnkronos) - L'Italia sta valutando la chiusura della propria ambasciata in Iran dopol'assalto di ieri contro la sede diplomatica inglese a Teheran. Lo annuncia il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, rispondendo a una domanda dei giornalisti.
Al termine della sua audizione davanti alle Commissioni Esteri del Parlamento, Terzi spiega di avere "già dato disposizione di convocare quanto prima l'ambasciatore iraniano per chiedere spiegazioni e garanzie su quello che le autorità iraniane prevedono per il futuro della sicurezza del corpo diplomatico a Teheran".
Sono necessarie, aggiunge Terzi, "garanzie assolutamente ferme". Il titolare della Farnesina, inoltre, precisa che "approfondiremo con gli altri partner europei la linea da seguire e intendiamo riflettere rapidamente sui seguiti, per quanto riguarda la presenza del nostro ambasciatore e dei nostri diplomatici a Teheran".
Intanto, Londra ha deciso di ritirare il personale diplomatico presente in Iran e ha dato 48 ore di tempo a Teheran per chiudere la propria ambasciata nella capitale britannica, come annunciato dal ministro degli Esteri William Hague in Parlamento.
Il capo del Foreign Office ha detto che un paese che non riesce a proteggere i diplomatici stranieri, come richiesto dalla Convenzione di Vienna, non può aspettarsi che la Gran Bretagna ospiti i suoi diplomatici. Nonostante la "difficoltà" che si sta registrano nei rapporti tra l'Iran con la Gran Bretagna, come con altri paesi occidentali, non "c'è nessuna scusante" per questa "grave violazione" del principi della convenzione di Ginevra, ha detto ancora il ministro degli Esteri intervenendo alla Camera dei Comuni.
Hague ha comunque sottolineato che la mossa non rappresenta un "taglio delle relazioni diplomatiche nella loro interezza", ma ha spiegato che queste vengono ridotte al "livello più basso possibile". Il ministro britannico ha poi voluto ringraziare l'Onu, gli Stati Uniti e le molte altre nazioni che hanno manifestato il loro sostegno a Londra, sottolineando che la Turchia è stata particolarmente d'aiuto.
Il presidente della Commissione Esteri e per la Sicurezza nazionale del Parlamento iraniano ha condannato la decisione di Londra. ''La Gran Bretagna è responsabile di tutte le ripercussioni che avrà la sua decisione'', ha detto Aladdin Borujerdi alla tv al-Alam. Il Parlamento, ha aggiunto, ''ha ridotto i rapporti diplomatici (con Londra, ndr) e l'opinione pubblica è felice che i diplomatici britannici non siano più in Iran''. ''Consigliamo agli altri Paesi europei - ha concluso - di non seguire le politiche della Gran Bretagna e degli Stati Uniti''.
Intanto, il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha richiamato l'ambasciatore tedesco in Iran e la Norvegia ha annunciato la chiusura della sua sede diplomatica. Anche la Francia ha deciso di "richiamare per consultazioni" il suo ambasciatore.
Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha condannato in modo molto duro l'attacco di ieridefinendolo "un affronto non solo al popolo britannico ma anche alla comunità internazionale".
Ieri il ministero degli Esteri iraniano aveva espresso "rammarico" per l'attacco contro l'ambasciata britannica. In una nota, il ministero si era detto dispiaciuto per "i comportamenti inaccettabili di un piccolo gruppo di manifestanti, nonostante gli sforzi della polizia".
La polizia iraniana nel frattempo ha arrestato i giovani manifestanti che hanno fatto irruzione all'interno della sede diplomatica inglese. Lo ha annunciato il capo delle forze di sicurezza iraniane, Ahmad-Reza Radan, senza precisare il numero delle persone finite in manette. Radan, citato dall'agenzia d'informazione 'Irna', ha dichiarato che le indagini sull'accaduto "sono ancora in corso".
Morteza Tamaddon, presidente della regione di Teheran, ha annunciato inoltre la nascita di una speciale commissione governativa che avrà il compito di svolgere "indagini mirate su quanto è accaduto ieri di fronte all'ambasciata britannica". Tamaddon, uno degli uomini più vicini al presidente Mahmoud Ahmadinejad, ha spiegato che la commissione è diretta da Ali Abdollahi, responsabile dell'intelligence del ministero dell'Interno.

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