venerdì 20 gennaio 2012

Iran. Spina nel fianco della campagna elettorale di Obama


Il presidente iraniano Mahmoud Ajmadinejad
WASHINGTON, STATI UNITI – Come una spada di Damocle, l’Iran incombe sulla campagna del presidente Barack Obama per la rielezione della Casa Bianca, costringendolo a flettere i muscoli per non apparire debole, ma anche a esercitare moderazione per non danneggiare la fragile ripresa economica.
”Se Obama sara’ rieletto, l’Iran avra’ l’arma nucleare”, ha affermato il superfavorito per la nomination repubblicana, Mitt Romney, in linea con i suoi antagonisti, Newt Gingrich e Rick Santorum, che accusano il presidente di essere, nel migliore dei casi, ”inattivo” o ”ingenuo”, capace solo di condurre con Teheran una politica basata sui ”per favore”.
Ma al di la’ della retorica elettorale, il vero nodo del braccio di ferro con il regime iraniano arrivera’ al pettine a giugno, quando la competizione per le elezioni di novembre sara’ ormai a pieno regime. In base a una legge adottata dal Congresso, Obama dovra’ decidere se adottare – nell’ambito di un inasprimento della sanzioni economiche contro l’Iran – misure restrittive anche contro i Paesi che continueranno ad acquistare petrolio iraniano attraverso la Banca Centrale di Teheran.
Si tratta di una legge che pure concede al presidente alcune deroghe, se al momento opportuno dovesse ritenere che tali misure possano danneggiare significativamente il mercato petrolifero o gli interessi nazionali. Ma che se utilizzate, sottolinea il New York Times, potrebbero attiragli ulteriori accuse di debolezza. Il tutto, mentre si fanno sempre piu’ insistenti le voci secondo cui Israele si starebbe preparando ad agire unilateralmente contro le installazioni nucleari iraniane.
”I leader militari americani – ha scritto il Wall Street Journal – sono sempre piu’ preoccupati che Israele si stia preparando a un’azione militare contro l’Iran, nonostante le obiezioni degli Usa, e stanno accelerando i piani di emergenza per proteggere le installazioni statunitensi nella regione in caso di conflitto”. Che il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, non sia soddisfatto con le sanzioni adottate finora non e’ un mistero. Ha di nuovo affermato giorni fa che che ”non sono efficienti, non danno esito, e non influenzano i progetti nucleari” di Teheran.
Continua ...

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