giovedì 12 gennaio 2012

M.O: Obama vuole cancellare Israele dalla cartina geografica


M.O: Obama vuole cancellare Israele dalla cartina geografica
Minacce, sanzioni economiche, test missilistici e manovre navali nel Golfo Persico. Il palcoscenico della guerra è sotto gli occhi di tutti, ma quello che conta procede sottotraccia, da Washington a Tel Aviv.
Obama ha firmato una legge straordinaria contro il dissenso, che consente la “detenzione a tempo indeterminato” di cittadini americani. E intanto sta trasformando Israele nella base di lancio per l’attacco contro l’Iran. In agenda, le grandiose esercitazioni congiunte della primavera 2012. Usa e Israele insieme, a comando unificato e con quartier generale a Stoccarda, cuore europeo del sistema difensivo americano in Europa. Il pericolo? L’escalation militare. Se voleranno missili contro Teheran, l’Iran reagirà. A quanto pare, è esattamente quello che gli Usa vogliono: una guerra globale, per azzerare i conti della crisi.Lo sostiene il professor Michel Chossudovsky, presidente del prestigioso osservatorio internazionale “Global Research”: il massiccio dislocamento fra Tel Aviv e Haifa di devastanti tecnologie belliche dimostra che è proprio Washington a volere la guerra con il governo dell’Iran. La fiaba di un Obama refrattario di fronte al militarismo israeliano? Errore: dietro la maschera del sorriso, il presidente americano in realtà spinge per la guerra planetaria e si prepara a farla digerire al suo popolo. Infatti, giusto a Capodanno, ha sottoscritto il National Defense Authorization Act, una misura preventiva e del tutto straordinaria, che di fatto «sospende le libertà civili» e autorizza la carcerazione a tempo indeterminato degli americani. Un colpo basso, per tagliare le gambe alla protesta: quella contro Wall Street e quella che si scatenerebbe nel caso della nuova guerra che sembra in avanzata preparazione. Negli ultimi otto anni, ricorda Chossudovsky, l’Iran si è trovato sotto costante minaccia militare americana. A scopo dissuasivo, a Natale ha avviato esercitazioni navali e missilistiche nel Golfo Persico, in acque presidiate dalla Quinta Flotta statunitense dislocata in Bahrein. Ma la grande esercitazione congiunta della primavera introdurrà un salto di qualità fondamentale: «Ciò che sta accadendo ora su ordine di Washington è l’integrazione delle strutture di comando militare di Stati Uniti e Israele». Gli Usa quindi sono tutt’altro che un partner riluttante: Israele, “membro di fatto” della Nato dopo la firma del protocollo 2005 con l’Alleanza Atlantica, «non può in nessun caso iniziare una guerra contro l’Iran senza gli Stati Uniti». Ne è ulteriore conferma la centralizzazione del comando: militari americani in Israele e ufficiali israeliani al quartier generale dell’Eucom in Germania. Inutile girarci intorno, insiste Chossudovsky: le grandi manovre in corso sono i preparativi della prossima guerra direttamente sponsorizzata dagli Usa. Passaggio intermedio, «una joint task force Usa-Israele», pronta ad attivarsi «in caso di un conflitto su larga scala in Medio Oriente». Sorprese? Niente affatto: «Il conflitto con l’Iran è stato pianificato dal Pentagono sin dal 2003». Semmai, secondo il professore canadese, a favore della guerra giocano le attuali condizioni dell’economia planetaria, a partire dalla recessione dell’Occidente: «C’è un rapporto simbiotico tra guerra e crisi economica: la pianificazione della guerra all’Iran è al crocevia della depressione economica mondiale, che contribuisce ad allargare le disuguaglianze sociali, la disoccupazione di massa e l’impoverimento di ampie fasce della popolazione mondiale».E Israele? Il popolo israeliano «è vittima muta dell’agenda militare globale degli Stati Uniti e dei piani di guerra del proprio governo contro l’Iran». Gli israeliani infatti «sono portati a credere che l’Iran possieda armi nucleari», quando in realtà è Israele a possederne: un arsenale atomico avanzato e diretto proprio contro l’Iran. All’opinione pubblica, israeliana e occidentale, è stato raccontato che il “folle” presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad avrebbe manifestato l’intenzione di “cancellare Israele dalla carta geografica”? Tutto falso, giura l’artista iraniano Arash Norouzi, che sfida chiunque a smentirlo: «Contrariamente alla convinzione popolare, questa affermazione non è mai stata fatta». E dunque: chi vuole “cancellare Israele dalla carta geografica”, Ahmadinejad o Obama?«In realtà – sostiene Chossudovsky – l’amministrazione Obama e il governo Netanyahu costituiscono indelebilmente una minaccia per il popolo d’Israele». Teheran ha avvertito che in caso di attacco risponderebbe con missili balistici diretti contro Israele e contro strutture militari statunitensi nel Golfo Persico. Proprio quei missili che ora Washington e Tel Aviv si preparano a neutralizzare. Attacco imminente, dunque? L’accelerazione dell’escalation militare sembra destinata a scattare tra pochi mesi: «Questa guerra – avverte “Global Research” – inghiottirebbe una regione che si estende dal Mediterraneo al cuore dell’Asia centrale e avrebbe conseguenze devastanti: farebbe precipitare l’umanità in uno scenario da Terza Guerra Mondiale».La frantumazione dei movimenti sociali sul fronte interno, comprese tutte le forme di resistenza al programma militare statunitense e alle sue politiche economiche neoliberiste, è «parte integrante del ruolo egemonico mondiale degli Stati Uniti». Proprio in questo contesto, appare inquietante la legislazione restrittiva varata alla chetichella da Washington: come se Obama temesse realmente il dissenso popolare e volesse mettersi al riparo dalla imminente tempesta in arrivo. Timori confermati da Chossudovsky, secondo cui la democrazia americana «è incompatibile con la “lunga guerra” dell’America». Quello che serve, allora, è «l’instaurazione di una “dittatura democratica”: un governo di fatto dei militari, sotto panni civili».

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