lunedì 4 febbraio 2008

Appello della Borsellino agli alleati

"Ci ritroviamo allo sfascio per colpa del Centro Destra. Per vincere abbiamo bisogno di un candidato unitario che vada bene a tutti. Io comunque ci sarò: o come Presidente o come leader o nelle liste, perché per me la cosa più importante è mandare avanti questo progetto". Queste le parole della leader dell'Unione alla stampa convocata nel pomeriggio a Palazzo dei NormanniRita Borsellino c’è, ma è disposta a mettersi da parte in nome dell’unitarietà. Dopo un’attenta analisi della situazione si rende conto che il tempo stringe e convoca, quindi, una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni per lanciare questo messaggio agli alleati di partito: “Dobbiamo vincere. Io punto sull’unitarietà. Il candidato deve essere una figura nella quale ci riconosciamo tutti. Se il candidato non sarà unitario si valuterà la situazione e vedremo. Io comunque ci sarò: o come presidente o come leader o nelle liste, perché per me la cosa più importante è mandare avanti questo progetto”. Accantonata quindi l’idea delle primarie. Nonostante la sua idea sia sempre quella che le primarie sarebbero state necessarie in questa situazione negativa, in quanto una delle più alte forme di democrazia riconosce: “Questa è una fase di passaggio, quindi difficile, ma non possiamo prolungarla troppo rischiando di perdere il momento”.La Borsellino ha poi ribadito più volte la disastrosa situazione lasciata dal governo di Centrodestra e l’urgenza di correre ai ripari. La sorella del giudice ucciso dalla mafia ha posto l’accento sulla società civile a suo parere maturata, in questi anni, anche grazie ai forti avvenimenti che si sono susseguiti dalle ultime elezioni fino ad ora, come la cattura del boss Provenzano (primo passo verso la cattura di altri latitanti) o le forti reazioni nei confronti degli avvenimenti politici (sostiene infatti che anche l’antipolitica è partecipazione). “Sarebbe un delitto perdere questo patrimonio. La società è in fermento, ha reagito a tutto quello che è accaduto dando un forte segnale. La gente vuole dare una svolta al Paese, alla Sicilia, lavorando insieme alle forze politiche. Il mio progetto è la Sicilia”.Ed è con quest’ultima frase che rigetta l’ipotesi nazionale ricordando il suo caso anomalo di donna scesa in campo senza aver aderito a un partito (tutt’ora non è iscritta ad alcun partito), di donna estranea allo storico dei partiti, proveniente dalla società civile, ma non per questo contro i partiti. Si autodefinisce, quindi, la persona che fa da tramite tra la società (desiderosa di essere ascoltata) e la politica (che deve ottemperare ai bisogni del cittadino).Laura Maggiore (04 feb 08)

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