lunedì 4 febbraio 2008

Marini rinucia, verso il voto entro il 13 aprile

Roma, 4 feb. (Adnkronos/Ign) - "E' diffusa tra le forze politiche la consapevolezza della necessità di modificare la legge elettorale vigente. Non ho riscontrato però l'esistenza di una significativa maggioranza su una precisa ipotesi di riforma elettorale. Nel rammaricarmi della impossibilità di raggiungere un obiettivo che ritengo necessario per il paese, voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato agli incontri. Per queste ragioni ho rimesso nelle mani del presidente della Repubblica l'incarico che mi è stato conferito". Così Il presidente del Senato Franco Marini (nella foto) al termine dell'incontro al Quirinale con il capo dello Stato Giorgio Napolitano dopo aver concluso le consultazioni.Marini ha ribadito che l'incarico gli era stato conferito per "verificare le possibilità di consenso su una riforma della legge elettorale e di sostegno a un governo funzionale all'approvazione di tale riforma e all'assunzione delle decisioni più urgenti". Il presidente del Senato ha quindi ricordato di aver incontrato le delegazioni delle forze politiche presenti in Parlamento, le forze sociali ed economiche, il comitato promotore del referendum elettorale e il comitato per la riforma elettorale. Napolitano dal canto suo ha "preso atto di quanto riferito" dal presidente del Senato e lo ha "ringraziato per l'alto senso di responsabilità con cui ha svolto il compito affidatogli". Si fa dunque molto più consistente l'ipotesi delle elezioni anticipate, probabilmente il 13 aprile. Occorrono infatti non piu di 70 giorni per avere il nuovo Parlamento. Questo il limite temporale previsto dalle norme che regolano le procedure per il voto e fissano i tempi per la presentazione delle candidature e delle liste e per il deposito dei simboli elettorali presso il ministero dell'Interno. Intanto il Consiglio dei ministri è stato convocato per domani alle 10 a Palazzo Chigi per l'approvazione del decreto presidenziale per l'indizione del referendum popolare abrogativo di talune norme della legge elettorale.

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