giovedì 5 giugno 2008

La «conservazione dei dati» inibisce le nuove forme di comunicazione

Si ha paura a usare e-mail e telefono Uno studio tedesco mostra che le leggi sulla «data retention» influenzano il comportamento dei cittadini
BERLINO (GERMANIA) – La consapevolezza di essere osservati e sorvegliati modifica i comportamenti dei cittadini, anche a livello inconscio. Questa è una legge fondamentale della psicologia umana, oggi riscontrata anche empiricamente da uno studio tedesco, che rivela quanto e come le persone sono condizionate nell’utilizzare gli strumenti della comunicazione a seguito della legislazione sulla data retention. Quest’ultima altro non è che l’obbligo - ormai previsto dalla maggior parte delle normative - di conservazione dei dati di traffico internet e servizi telefonici. Da tempo il dovere di registrazione scatena la dialettica tra sostenitori della privacy e organismi investigativi, ma a questo punto il dibattito si sposta sul piano psicologico, evidenziando che gli individui sono inibiti dalle leggi sulla data retention e finiscono col rinunciare a comunicazioni importanti o a ridimensionarle. LO STUDIO – Lo studio è stato realizzato dal German Forsa Institute e commissionato dall’associazione di difesa dei diritti civili Arbeitskreis Vorratsdatenspeicherung, dall’associazione dei provider tedeschi eco, dall’organizzazione dei giornalisti del settore Deutscher Fachjournalisten-Verband e dalla società di difesa dell’anonimato JonDos GmbH. Ciò che emerge dall’indagine (realizzata su un campione di 1002 individui) è un cambiamento profondo nei comportamenti della gente che si sente sotto osservazione.
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