martedì 2 settembre 2008

Cannabis, sorprendente antibiotico ecco come annienta i superbatteri

Studio italo-inglese: i cannabinoidi eliminano anche lo stafilococco più resistenteOgni anno questi microorganismi provocano oltre 18 mila decessi ospedalieri
ROMA - Al di là dei giochi di parole, la Canapa è senza dubbio una pianta stupefacente. Le sue proprietà continuano a sorprendere la comunità scientifica e, secondo uno studio italo-inglese, da lei non solo possiamo ricavare olii, tessuti e sostanze psicotrope, ma anche alcuni fra i più potenti antibatterici, capace di sconfiggere i cosiddetti "superbugs", microorganismi resistenti agli antibiotici che infestano gli ospedali di tutto il mondo. L'impiego dei cannabinoidi naturali ridurrebbe la diffusione di alcuni batteri resistenti agli antibiotici, tra cui lo stafilococco aureo penicillino-resistente (MRSA). La ricerca, pubblicata sul Journal of Natural Products, è frutto del menage a trois fra il Cra-Cin di Rovigo, che ha coltivato le piante, l'Università del Piemonte Orientale di Novara, dove sono state isolati i composti e sintetizzati i loro analoghi, e la School of Pharmacy di Londra, che si è occupata dei saggi biologici. Nel giro di tre anni, fra il 2005 e il 2008, gli studiosi sono riusciti a dimostrare che i cannabinoidi di tipo THC, CBD, CBG, CBC, e CBN sono eccezionalmente attivi contro EMERSA-15 e EMERSA-16, due fra i ceppi più virulenti di stafilococco; tra questi più efficaci si sono dimostrati i cannabinoidi CBD e il CBG, entrambi non psicotropi. Una preziosa base di partenza per la messa a punto di medicine alternative in grado di rivoluzionare le condizioni igieniche delle strutture ospedaliere, dove in genere i batteri, a continuo contatto con sostanze antibiotiche, si scambiano il dna e si fortificano, diventando praticamente invincibili. "Questo scambio di materiale genetico è invece molto difficile tra batteri e piante. La Cannabis sativa è una fonte interessante di composti per combattere questi microorganismi - spiega il professor Giovanni Appendino, docente di Chimica dell'Università del Piemonte Orientale - In Inghilterra il problema è ancora più grave che da noi. C'era bisogno di una sinergia che mettesse a punto qualcosa di nuovo". Leggi tutto su:
http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/scienza_e_tecnologia/cannabis-antibiotica/cannabis-antibiotica/cannabis-antibiotica.html

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