venerdì 9 gennaio 2009

Il ministro Alfano e la deportazione dei magistrati - di Nicola Piccenna

Il ministro Angelino Alfano (della cd Giustizia) ha chiesto la deportazione (pardon il trasferimento) per i magistrati di Salerno che stanno indagando sui magistrati di Catanzaro che hanno in carico i procedimenti Why Not e Poseidone. Per il Procuratore Capo, Dr. Luigi Apicella, chiede una punizione esemplare: al trasferimento urgente (chiesto anche dal Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione), aggiungendo “il carico” della sospensione dalle funzioni e dallo stipendio. Ma che senso ha la sospensione di un magistrato che fra due mesi andrà in pensione? Neanche per il Dr. Giuseppe Chieco (procuratore Capo a Matera) che ha mentito agli inquirenti, che ha acquistato casa dall’imprenditore indagato dalla sua Procura, che ha disposto d’intercettare il magistrato che indagava lui stesso ed i suoi subordinati sostituti procuratori, che usava i mezzi e gli uomini della Polizia Giudiziaria per fare shopping personale, che intratteneva cordiali e personali rapporti con l’avvocato di innumerevoli indagati ed imputati controparti della “sua” Procura, che conservava sul suo computer personale atti di procedimenti giudiziari da cui “si era astenuto dal conoscere il contenuto”, che risulta ad oggi indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari... (e potremmo continuare a lungo, molto a lungo). Ciò che vale per Giuseppe Chieco vale anche per Vincenzo Tufano, Sua Eccellenza il Procuratore Generale a Potenza e qui si aggiunge che anche la questione dell’incompatibilità funzionale. Come fa S.E. il Dr. Tufano ad essere un credibile “vigilante” sull’operato del suo coindagato Dr. Giuseppe Chieco, con cui condivide la pesante ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari?
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http://www.antimafiaduemila.com/content/view/12068/78/

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